30 novembre – 14 dicembre 2012
"In una celebre e fulminea parabola Borges parla di un pittore che dipinge paesaggi; regni, montagne, isole, persone. Alla fine della sua vita si accorge di aver dipinto, in quelle immagini, il suo volto; scopre che quella rappresentazione della realtà è il suo autoritratto. La nostra identità è il nostro modo di vedere e incontrare il mondo". E per gli artisti in mostra il mondo qual è? L’opera d’arte ha un’anima propria, che è la stessa dell’artista che la crea e così, ogni poesia, ogni quadro, ogni scultura, diventa l’espressione di un frammento d’anima di un singolo essere umano. Gli artisti sanno bene che l’arte è l’unico mezzo per esprimere la propria individualità.
La mostra Frames of life è una raccolta di opere che RossoCinabro ha ospitato negli ultimi mesi. La porosità delle architetture, il linguaggio, le case, le strade, i caffè, le abitudini, i volti, la storia, i libri, i cieli, gli alberi, la luce, le stanze, le favole, i diari, acquistano contorni nitidi, come fissati finalmente in istantanee vive, malinconiche, amabili, sensibili, presenti.
Lo sguardo sulle opere invece di rappresentare un percorso logico, diventa piuttosto un viaggio nel tempo - dal momento che non c'è descrizione senza distanza – e ogni cosa sembra diventare doppiamente straniera. Ma il viaggiatore non è perduto perché è provvisto di una speciale conoscenza, come un fascio luminoso che gli permette di cogliere la reale natura di tutte le cose, il silenzio che resiste agli sguardi curiosi. Come un viaggiatore va alla ricerca dei luoghi perché gli permettono di osservare il futuro: tutto quello che non si è ancora mai provato, così ogni cosa si mostra agli occhi del bambino come una promessa o si offre all'adulto in immagini lontane. "Non sapersi orientare in questa mostra non vuol dir molto. Ma smarrirsi in essa, come ci si smarrisce in una foresta, è una cosa tutta da imparare".
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