Sensus luoghi per l'Arte Contemporanea – Firenze
dall'11 ottobre al 30 novembre 2013
Sensus luoghi per l'Arte Contemporanea
Viale Gramsci, 42 - Firenze
orario di apertura: il venerdì e il sabato dalle 18 alle 20
Artisti ospiti:
Emanuela Ascari - Emanuele Baciocchi - Alessandra Baldoni - Michele Chiossi - Isabelle Corniere - Giovanni Gaggia - Hoya Pallida - Francesca Longhini - Antonio Lo Pinto - Manuela Mancioppi - Filippo Manzini - Ilaria Margutti - Virginia Panichi - Tan Ru Yi - Arianna Vanini - Adrianna Wallis
Artisti presenti nella collezione:
Stella Battaglia - Angelo Barone - Antonio Borrani - Fabrizio Corneli - Claudio Cosma- Beppe Chiari - Leonora Bisagno - Mitsunori Kimura - Yuree Kensaku - Naomi Futaki - Thaweesak Lolay Srithongdee - Orawan Noyz Arunrak - Yoshitomo Nara - Nobuyoshi Araki - Aldo Frangioni - Paolo della Bella - Vittorio Messina - Paolo Masi - Paolo Parisi - Andrea Papi - Nari Ward - Yuki Ichihashi - Massimo Vitali - Margherita Cesaretti - Bärbel Reinhard - Marika Marchese - Silvia Noferi - Guido Strazza - Ivana Spinelli - Erique LaCorbeille - Zoé Gruni - Maurizio Pettini - Luciano Bartolini - Adèl Török - Chiara Camoni - Christiane Löhr - Andrea Filippi e Cataldo Valente - Andrea Cioschi (Azt) - Massimo Bartolini - Tracey Emin - Maria Cristina Carpi - Carlo Guaita - Lino Centi - Alice Olimpia Attanasio - Sethapong Povatong - Eleonora Siffredi - Tada Hengsapkul - Roberto Logi - Selene Lazzarini - Rossella Cazzin - Peter Bauhuis - Vairo Mongatti - Anne e Patrick Poirier - Willi Wainer - Antje Strater - Srisakul Amnuaiporn - Sergei Volkov - Lorenzo Pezzatini - Virginia Zanetti - Massimo Nannucci - Maurizio Nannucci
Sensus: “Altari Profani” dall'11 ottobre al 30 novembre 2013
La parola altare evoca una simmetria geometrica e spaziale unita ad un apparato liturgico di gesti e parole immutabili. Tutto questo compone una scenografia di oggetti, di musiche celestiali, di canti di voci bianche, luci oblique provenienti da vetrate colorate, profumi di spezie bruciate e candele tremolanti in profusione. La parola profano è invece irrimediabilmente laica, o lo diventa, dopo aver attraversato un periodo di estraneamento mistico che porta alla rottura dell'equilibrio evanescente mantenuto dalle religioni col terrore dell'esclusione dal regno dei cieli. Da profani ci ritroviamo davanti e comunque fuori dal luogo sacro, ma partecipi di esserlo, quindi non atei, ma dissidenti, “protestanti”. Profano è anche chi è estraneo ad un qualche specifico argomento ma anche chi violi i recinti del sacro distruggendone le icone (iconoclasta) o sottraendole (ladro sacrilego,tombarolo).
Nella titolo della mostra “Altari Profani” vengono riunite queste componenti contrastanti, ma complementari, con l'intento di evidenziarne entrambi i rituali ovvero segnare quanto della nostra vita risenta dell'educazione religiosa e quanto da quella sregolata appresa dalla società dei consumi. Un riferimento sono le nostre case a partire da quel famoso collage di David Hamilton: “Cosa rende le nostre case così particolari, cosi attraenti?” e la contemporaneità stessa che si nutre di elementi materiali che accompagnano e segnano il trascorrere del tempo minimo, con i suoi piccoli rituali, esigendone un inventario di gesti e comportamenti, ma sopratutto di beni di consumo, secondo i propri gusti e possibilità.
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