La mostra Distopie, società fragile è un’opera di avvertimento o satirica che inasprisce le tendenze del presente sino a ipotizzarne conclusioni apocalittiche. L’invito degli artisti è quello di mantenere un approccio critico con la società che ci circonda. “È questo il vero spirito dell’autore distopico, esasperare rituali comuni, insegnandoci ad avere più attenzione, a non essere pessimisti, a non ripiegarci in noi stessi, ponendoci davanti la possibilità più orribile.”
Con l’utopia, nata dalle promesse del Capitalismo, rafforzata dal boom economico degli anni sessanta e settanta, inizia anche la consapevolezza dell’errore ciclico che sostituisce al sogno l’incubo della peggiore società possibile.
In questo scenario critico l’organizzazione della vita quotidiana, il complesso dell’estetica, dei sentimenti e dei costumi reagiscono smascherando la perversione strutturale della vita che stiamo conducendo.
Le installazioni scultoree di Dario Agrimi e le tele di Dario Carratta sono permeate di questa consapevolezza.
I rapporti complessi e più ampi che regolano una società in crisi sono qui descritte in tendenze esistenti ed esaminate nelle loro ultime conseguenze.
Il lavori dei due artisti pugliesi agiscono nello spazio quali dispositivi volti a mostrare la corruzione del comportamento affettivo degli individui, divenendo vero e proprio studio degli effetti della cultura ambientale sulla società.
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