A cura di Roberto D’Onorio
Artisti:
Edoardo Aruta | Marco Di Giuseppe | IndustriaIndipendente | Ginevra Panzetti & Enrico Ticconi | Julian Pedraza & Giovanni Impellizzieri | Filippo Riniolo | Sergio Salomone |
SABATO 9 GIUGNO 2012 | H. 18.0024 | VIA SARDEGNA N.14 INT.7 | ROMA
Nuda proprietà, Libertà fragile e società dell’effimero assurge come strumenti di indagine le nozioni di incertezza e trionfo della precarietà come sintomi del “fare”.
Glory All, dopo Nuda Proprietà, nuove forme dell’abitare (2011), dà vita anche quest’anno ad uno spazio privato, non convenzionale, in cui agli artisti invitati viene donato il tempo di un giorno da condividere nell’arte.
Secondo appuntamento di Art Cohosing romano, questa volta all’interno di un monumentale appartamento in Via Veneto, ci offre la possibilità, almeno per il tempo della mostra, di sospendere le nostre esistenze veloci. L’idea espositiva compone, attraverso le opere, un luogo di riflessione e di ascolto, nel quale crollano le speranze e le attese utopiche, mentre diviene centrale l’esperienza del tempo presente, l’hic et nunc, il “vivere alla giornata”.
La frammentazione e l’incertezza dell’ambiente sociale, concepite come dati non eliminabili, vengono trasformate in risorsa grazie ad un esercizio costante di consapevolezza e meditazione.
Una nuova attenzione al bene collettivo si fa spazio tra le proposte degli inquilini che denunciano la perdita (delle seppur minime certezze acquisite), nei sogni e nelle speranze, nelle garanzie e nella tutela dei diritti.
“Nuda Proprietà” promuove un’inedita modalità abitativa e di relazione con il prossimo, una scelta di cittadinanza attiva che investe sulla condivisione e sulla solidarietà come antidoto contro l’isolamento, la solitudine, la dif@257;denza.
Il termine Precario viene dal latino precor, cioè figura di chi si mette in preghiera di fronte al padrone per ottenere qualcosa, non per diritto , ma per benevola concessione. In questo stato propriamente servile prende inizio il reale come conoscienza ed esperienza effimera, destinata alla dimensione dell’oblio o dell’inesistente. A tal proposito, Bauman (1996) sostiene che nella modernità liquida il tempo non è né ciclico né lineare, ma puntillistico, ossia frammentato in una moltitudine di particelle separate. Viviamo in tal senso un perpetuo e trafelato presente, in cui la nostra identità di persone, ieri faticosamente costruita su un progetto di vita, può essere assemblata e disassemblata in modo intermittente. Cambio di senso che vede nel processo e non nella durata la solo risorsa.
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