Testi critici, Reggio Emilia, Reggio nell'Emilia, 29 May 2013
"Siamo sul terreno dell'Art Brut, siamo dentro la definizione offertane da Jean Dubuffet e cioè che l'Art Brut designa "lavori effettuati da persone indenni di cultura artistica, nelle quali il mimetismo, contrariamente a ciò che avviene negli intellettuali, abbia poca o niente parte, in modo che i loro autori traggano tutto dal loro profondo e non stereotipi dell'arte classica o dell'arte di moda". Definizione che si dipana qui nel lavoro di questo artista in maniera persino lampante nella scelta quasi monotematica dei soggetti, quasi sempre raffigurazioni animali ma come tratte dall'onirico, nell'investiture di forme arcaiche che erompono nella tela in una densità di colori mai immanente, nel potere fortemente evocativo dell'orrido, del selvaggio, quasi a rimarcare stratagemmi di aurispici etruschi, esorcismi basati sull'omeopatia con cui la paura si cura con la paura stessa. Gargano ha certamente questa funzione dirompente, sgranare ai nostri occhi impavidi di tutto, remoti da ogni terreno concettuale fermo e rassicurante, per immergerci nei substrati dell'inconscio in cui regna il magmatico, l'insondabile prelinguistico, il fraseggio della nostra avventura umana inscindibile coll'irrazionale".
Avvocato e scrittore Marcello Chinca
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Ciao,
Lino
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