Pescando epifanie
Mostre, Massa-Carrara, Montignoso, 30 April 2016
Pescando epifanie è un viaggio nel vortice del tempo di Andrea Giusti che mostra e testimonia, nei quadri esposti a Villa Schiff – Giorgini di Montignoso, un suo nuovo atteggiamento e un’insolita predisposizione nei confronti del supporto, colori e temi rappresentati.

Non è da tanto che ha deciso di dipingere su legno o cartone, lasciando per il momento da parte la tela, mi rivela. Immediatamente mi spiega che è una scelta diversa perché, sulla tela, i colori si assorbono più lentamente e perdono leggermente di quell’intensità. Mentre su legno o cartone il colore viene subito assorbito e ti permette velocemente di andare su un altro colore dove c’è un distacco netto, chiaramente visibile nell’opera.
La pennellata è più veloce e scivola con maggior agilità rendendo molto più pulito e definito il segno pittorico come per esempio nel dipinto Un re senza cuore.
È consapevole di utilizzare un materiale povero rispetto alla tela che implica sempre una certa sacralità, mentre il legno o il cartone hanno caratteristiche particolari che la tela non offre, come il gesto immediato che non lascia molto ripensamento e ti permette di utilizzare sia colori acrilici che pennarelli, importanti per scarabocchiare e scrivere come fanno bambini ma rendono vivace, improvviso ed istintivo il segno lasciato sulla superficie, riconoscibile in Strani compagni di gioco e Tu puoi.
Questa modalità per Giusti è essenziale perché il gesto sembra quasi anticipare il concetto, così come era in uso nel suo periodo di emotions dripping, dove l’inconscio guidava la mano e immediatamente i suoi soggetti prendevan forma da quello che in quel preciso momento dettava lo stato d’animo, connesso parallelamente all’inconscio, all’anima e al cuore.
La Pittura di Andrea, come scrive nel suo taccuino di appunti, non è altro che il gioco assurdo delle sue emozioni che giocano con i colori e tra una pennellata e l’altra corrono e si rincorrono su legno o cartone, fino a quando esauste finalmente si addormentano e tutto tace, lasciando un fascino ed un bellissimo ricordo di quel gioco.
Qualche suo scritto è rappresentato nei quadri con versi poetici, parole, numeri proteste sincopate, dichiarazioni esistenziali che attestano un fluire di pensiero continuo e sono il mezzo più immediato per esser nel mondo e relazionarsi con esso. I suoi soggetti pittorici si rivelano come “epifanie” che rimandano al nostro immaginario un qualcosa di già noto e metabolizzato, simile a frammenti interiori da decifrare col colore.
Andrea quando dipinge, percepisce il suo stato come un momento speciale dove una qualsiasi persona, oggetto e situazione della vita comune diventa rivelatore del vero significato del proprio vivere. È qui che pesca nei flussi della coscienza i collegamenti che si intrecciano nella sua esistenza, vissuta come mappa, e nel mondo, vissuto come territorio. Così pescare epifanie, diventa per Giusti un modo di rappresentare col colore le libere associazioni di idee che, manifestandosi nei continui flussi di coscienza, assumono sempre più quel verismo di pensiero che dà senso e valore al nostro comportamento.
Fin dall’inizio la sua vera scuola è il mondo contemporaneo, abbondante di stimoli ed immagini che si rivela nei dipinti come stratificazione, evidente nella polimatericità delle prime opere legate alla emotions dripping, per diventare adesso una pluralità di temi come nel dipinto Stop e variazioni stilistiche che generano un mix di espressione di storie differenti alla maniera di Il guerriero innamorato e La signora che raccoglieva le stelle cadenti.
Alcune immagini composte e multiformi si offrono così alla percezione con immediatezza e superficialità nel vortice dell’istante, altre si rivelano intense e profonde da indurre a riflessione, altre ancora sono capaci di descrivere e comunicare la sua intimità e semplicemente la libertà.
L’assoluta assenza di prospettiva, elementi figurativi, la visione frontale, uno stile che richiama l’astro senza atmosfera di Jean-Michel Basquiat ed il neoespressionismo americano, ma che conserva sempre un suo inconfondibile tratto distintivo, rendono i suoi quadri la donna amantide e Una canzone per lei carichi di energia irrequieta che associata al colore sprigiona un senso confidenziale di leggerezza.
Questa mostra sconfina anche in un neoespressionismo emotivo, un insieme di simboli, codici e segni apparentemente semplici, che a volte si incarnano in vere e proprie presenze del passato e del presente rendendo il momento dipinto parte di un racconto.
Tale periodo pittorico di Andrea può esser considerato l’inizio un di nuovo progetto poetico che tocca tematiche di questa nostra società ipermoderna, sempre più veloce, che è stata oggetto di un rovesciamento nel suo rapporto col tempo.
Gli appare, come al Pensatore che vaga, un nuovo modo di vivere il tempo, un nuovo ritmo di vita dettato dalla rivoluzione delle nuove tecnologie di comunicazione. Tutto veloce e subito da cui deriva da una parte un’esigenza di immediatezza, una risposta all’istante che voglio subito, e dall’altra l’istantaneità alla portata di tutti, come alla pazienza del Pescatore se connesso alla rete, e permessa dall’economia. L’avvento di ciò, inaspettato ma confezionato ad hoc, scandisce nuovi modi di vivere il tempo che si traduce in un’accelerazione continua che scandisce il ritmo della società tra sogno e realtà.
Un’altra riflessione dipinta nasce dal lavoro artistico Generic Man di Jana Sterbak, che fotograficamente ritrae la nuca di un uomo dove vi è tatuato un codice a barre, simbolo di omologazione e massificazione dell’identità fisica che prelude alla mancanza dell’identità umana.
In Giusti questa tematica, chiara allusione all’impossibilità di essere realmente liberi all’interno del nostro sistema sociale, è rappresentata nei dipinti Occhi e Tre sono le cose buone dall’introduzione dei numeri, occhi e volti, sinonimi di crisi d’identità e smarrimento del senso.
Un altro richiamo è quello che il dipinto dal titolo Il curioso evoca. Qui entra in gioco l’idea della meraviglia che è propria della natura del filosofo e della filosofia, come afferma Platone nel Teeteto per bocca di Socrate: "Ed è proprio del filosofo questo che tu provi, di essere pieno di meraviglia; ne altro cominciamento ha il filosofare che questo”.
Nell’Angelo dallo specchio magico racconta con semplicità, attraverso i colori, il suo stato d’animo che imita, comprende e condivide un comportamento di una persona, come se fosse uno specchio che riflette e ti investe di esperienza. Un’esperienza che ti fa assaporare quel tuo modo d’essere e che stimola alla comprensione senza parole e ti dona quella piacevole sensazione di tranquillità.
Infine, Andrea colora saluti di cuore alla poetessa Alda Merini, ragazza sensibile e dal carattere malinconico piuttosto isolata e poco compresa, che allude al trasporto dell’arte, ut pictura poësis, come nella pittura così nella poesia, dove la cosa più importante è quella che hai in mente e subito dopo la fai. Vivere e dipingere il presente, pescando epifanie, giacché non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante.


Filippo Rolla, 18 aprile 2016

Commenti 1

Teresa Palombini
8 anni fa
Tanti auguri!!

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