Cristina Taverna è un sorpresa grandiosa per il tratto così esile e leggero sulla superficie scura, è come una ballerina che danza continuamente sola intrattenendo egregiamente il pubblico per ore. Quanta leggiadrìa in quel tratto, quanta eleganza in quelle opere nude, poste alla vista degli osservatori prive di toni, fronzoli e contorni: semplici creature che invece di essere accudite, al contrario, coccolano chi le guarda lascando nell’aria incanto e stupore nel riconoscere la magia dell’arte e l’eccellenza della mano creatrice. Una mano matura e pregevole che con grazia e determinazione lascia un grande segno nell’arte contemporanea.
Matteo Fieno disegna continuamente corpi femminili senza banalità o semplicità accademica instaurando un feeling con le protagoniste che gli consente di essere libero di esprimersi al meglio mentre dipinge poiché le donne, le sue donne, sono inventante e chiunque può riconoscersi in loro. La sinuosità di quei corpi, le pose seducenti, gli sprazzi di colore talvolta presenti individuano femminilità dalla personalità forti e determinate che non si vergognano della nudità né si sentono osservate. Ispirandosi all’arte fotografica della prima metà del Novecento, quella in b/n, Fieno individua essenzialità e grazia in un binomio irripetibile ed unico; pochi colori, a volte ripetitivi, sono in realtà il tratto distintivo di un’arte aggraziata, soave e leggera in cui l’acquerello contribuisce a delineare la soavità di quei corpi che, con il colore, vengono calati in situazioni in cui nulla è a caso e tutto perfettamente studiato. Volutamente create le sbavature dell’acquerello o lo sporco del carboncino si individua un alone veritiero per ogni difetto tecnico, quell’imperfezione che rende autentica ogni donna lasciando che divenga gioiello prezioso da brillare e lasciarsi apprezzare. Un’arte pura la cui raffinatezza si coglie subito, in pochi sguardi rapidi lasciando che lo sguardo si adagi poi, con voluta ricerca, alla scoperta dei dettagli.
Oria Strobino dipinge da sempre e l’ispirazione è continua e costante. E’ una maestra d’arte ch tra tentativi e sperimentazioni è riuscita ad individuare una ricerca innovativa ed inconsueta in cui astrazione e figurazione si combinano grandemente per esplosioni di grinta e raffinatezza insieme. Si assiste ad un tripudio di emozioni, tra la pacatezza dei disegni che tratteggiano spesso figure femminili e l’intensità del fondo in cui il dripping e la gestualità rapida consente soluzioni mozzafiato. Una particolare musicalità dei colori pare accompagnare i dettagli delle figure in uno stile unico e irripetibile. La grandezza dell’artista risiede nell’abilità del tratteggio figurativo, nelle grinze della pelle, negli sguardi, nella leggerezza del grigio grafite, ma la magnificenza delle sue creazioni sta nel binomio astrazione e figurazione che in lei si sopisce evidenziando come in ogni astrazione c’è figurazione e viceversa. Una grande mano sapiente che intrappola l’osservatore con contrasti cromatici e tecnici e che lascia che in ogni opera si apra un universo di studio in quella che si presenta con una vastità di lavoro meticoloso e per questo grandioso.
[…]
Sembra che la gente appena nasci abbia già capito tutto di te,
in base al tuo aspetto, a come parli, alle tue origini.
Ma non è così semplice.
Soprattutto se si parla di me.
Io sono un tantino più complesso.
Ferdinand, aids, USA, 2017
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Sede: Centro Culturale Zerouno,via indipendenza 27, Barletta
Periodo di Riferimento: 19 agosto - 2 settembre 2019
Patrocini: Fondazione Giuseppe De Nittis
Vernice: lunedì 19 agosto - ore 18.00 - Orari:. lun- ven. 17.30 - 20.00 sabato e tutte le mattine su appuntamento - dom. chiuso. Ingresso: Libero
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