’Non lasciare che la paura fermi i tuoi sogni’ è la frase che risuona per tutto il lungometraggio e diviene mantra per ogni personaggio, questo è il filo rosso dell’evento, sprono a continuare a dipingere con ogni mezzo perché nessuno fermi mai la passione. Un evento per grandi e piccini, proprio come il film, il cui titolo è l’inizio e il termine della citazione che pare un ammonimento ed invece è l’esatto contrario di ciò che è in sala, opere tutte figurative frutto di una passione intensa.
Assunta Cassa si avvale di colori vividi a contrasto con il nero che assorbono la luce e creano un intrigo per l’osservatore che viene affascinato da una lucentezza abbagliante di sguardi. Per questo evento la Cassa mette da parte le sue donne e le sue scene urbane per una serie dedicata agli occhi, sguardi profondi ed intriganti che ammaliano l'osservatore. Una mano umilissima si avvale di toni intensi e gesti piccoli e precisi per parlare di passioni, vita quotidiana ed emozioni latenti. La figurazione è un sfida da vincere nella quale l’artista riesce benissimo, un modo grandioso di dire attraverso ricordi, intimità ed emozioni; le cromie sono un istinto da gestire, un’esplosione grintosa da cui lasciarsi intrappolare. Una figurazione che vuole cogliere il senso della vita attraverso opere per nulla consuete, con abilità grandiosa la spatola danza tra le mani dell’artista in una sinfonia che dall’ouverture all’epilogo può solo zittire chi osserva.
Alberto Copparoni si approccia ad una pittura metafisica,ma non solo. Da una suddivisione dello spazio in losanghe cromatiche si passa ai tratteggi di volti e sagome di corpi femminili a dimostrazione di una maturità che sa spaziare e rendere sempre tutto con maestrìa. L’arte è per lui una sperimentazione continua, un cammino progressivo in una dimensione sempre diversa tra spazi, cromie e tecniche. Dipingere è una necessità che lo trasporta in mondi alternativi, quasi onirici. Profondamente innamorato dell’arte ogni suo approccio artistico è un lungo percorso tra il metafisico e il materico che gli consente continue sperimentazioni in una alternanza di produzione che è la sua forza poichè gli consente rese sempre differenti. I colori sono spesso contrastanti e l’artista si avvale anche di un trasporto dalla fotografia alla pittura come avviene nei voluti sfocati nudi in cui la sagoma è quasi evanescente attraverso una ricerca in una campo volutamente oscuro. E’un continuo studio l’arte per Copparoni, non sperimentazione, ma ricerca, tra colore e tecnica che gli consente di distinguersi grandemente evitando ripetizioni e banalità, in un continuo slancio verso soluzioni innovative ed intriganti.
Matteo Fieno disegna continuamente corpi femminili senza banalità o semplicità accademica instaurando un feeling con le protagoniste che gli consente di essere libero di esprimersi al meglio mentre dipinge poiché le donne, le sue donne, sono inventante e chiunque può riconoscersi in loro. La sinuosità di quei corpi, le pose seducenti, gli sprazzi di colore talvolta presenti individuano femminilità dalla personalità forti e determinate che non si vergognano della nudità né si sentono osservate. Ispirandosi all’arte fotografica della prima metà del Novecento, quella in b/n, Fieno individua essenzialità e grazia in un binomio irripetibile ed unico; pochi colori, a volte ripetitivi, sono in realtà il tratto distintivo di un’arte aggraziata, soave e leggera in cui l’acquerello contribuisce a delineare la soavità di quei corpi che, con il colore, vengono calati in situazioni in cui nulla è a caso e tutto perfettamente studiato. Volutamente create le sbavature dell’acquerello o lo sporco del carboncino si individua un alone veritiero per ogni difetto tecnico, quell’imperfezione che rende autentica ogni donna lasciando che divenga gioiello prezioso da brillare e lasciarsi apprezzare. Un’arte pura la cui raffinatezza si coglie subito, in pochi sguardi rapidi lasciando che lo sguardo si adagi poi, con voluta ricerca, alla scoperta dei dettagli.
Salvo Privitera è uno spirito talmente libero e maturo che riesce a creare sia opere concettuali che figurative. Ora, in questo evento, la scelta è stata orientata alla figurazione, ma nulla è convenzionale, non figure umane, ma oggetti che divengono soggetti protagonisti di spazi bianchi e neri dalla raffinatezza mozzafiato. Amante degli spazi liberi l’artista parte dall’osservazione di tutto ciò che lo circonda per creare le sue opere studiando anche le sfumature e giunge ad inventare alcuni soggetti o si avvale di composizioni che lui tesso ricrea. Indubbiamente le sue nature morte inventano contrasti in una suddivisone dello spazio che non è copia di uno spazio reale, ma identificazione di una dimensione total black che rende le opere diverse dal consueto. Rigore, inquadramento e classe hanno gli oggetti che divengono protagonisti di spazi irreali, ma perfettamente concreti ed acquistano una raffinatezza come mai accadrebbe ad oggetti. Un’arte figurativa inconsueta, dal taglio fotografico e dall’impronta moderna che invece è pittura strettamente contemporanea che sarà in grado di lasciare segni incisivi di gran classe nel presente artistico.
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Non lasciare che la paura fermi i tuoi sogni
‘SING’, Un film di Garth Jennings, USA, 2016
Sede: Centro Culturale Zerouno,via indipendenza 27, Barletta
Periodo di Riferimento: 13 - 27 marzo
Patrocini: Fondazione Giuseppe De Nittis
Vernice: mercoledì 13 marzo - ore 18.00 - Orari:. lun- ven. 17.30 - 20.00 sabato e tutte le mattine su appuntamento - dom. chiuso. Ingresso: Libero
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