contro un vizio
Mostre, Barletta, 08 September 2016
Una citazione concisa che ben si adatta alle opere d’arte nate, talune, per il vizio di una passione di cui non se ne può fare a meno, ispira un‘esposizione d‘arte contemporanea varia ed intrigante. ‘Saturno contro’ è il film in questione e Saturno è un pianeta speciale poiché quando è ’contro’ porta rotture, cambiamenti, incontri nuovi, come capita per la nascita delle opere d’arte a cui ci si approccia per ispirazioni sempre speciali. Opere semplici e sicuramente non convenzionali creano un’esposizione insolita che parte, per tutti gli artisti, dalla fotografia. Opere figurative non tutte espressamente tali, volutamente selezionate per un percorso estetico che parte dalla chiarezza e termina nell’evanescente. Daniele Calvani, Vito Carta, Nicolas Navoni e Gaël Patin sono i ‘viziosi d’arte’ accomunati dal filo conduttore della fotografia che consente ad ognuno di creare a modo proprio così come quando ‘saturno è contro‘. Daniele Calvani realizza opere in digitale partendo dalla fotografia attraverso un metodo semplice come lo spostamento della macchina nel momento dello scatto. Il caso è un protagonista cardinale nelle opere di Calvani e tra lo spostamento e l’incamerare tanta luce si creano opere di straordinario impatto. Le opere non sono ritrattate al pc, ma attraverso la sovrapposizione di più immagini si attuano creazioni innovative, di pregevole fattezza ed entusiasmate visione. Ci si trova davanti ad una creazione digitale fuori dal consueto in cui l’apporto digitale sta non nella creazione, ma nella resa in base a ciò che la mente ordina lasciando che l’improvvisazione prenda il sopravvento. I colori giocano un ruolo fondamentale nella resa finale poiché le sovrapposizioni delle immagini consentono l’affiancamento di toni a volte impensabili, lasciando che lo stesso stupore d’ispirazione sorprenda l’osservatore. In Calvani c’è posa tecnica e tanta improvvisazione e quest’ultima insieme ad un pc e ad una macchina fotografica riescono a rendere grandi soluzioni coinvolgenti e ammalianti, la cui solarità entusiasta lascia grandi segni in chi osserva.
Vito Carta è un maestro di arte digitale che cerca di intraprendere continui discorsi con l’osservatore attraverso immagini di forte impatto estetico e cromatico. Una figurazione non convenzionale sorprende e intrappola in scatti veloci che si fermano solo in chi osserva e in quei pochi che sanno cogliere la mano per nulla improvvisata di chi crea e opera da chirurgo in ogni creazione. Grande esponente contemporaneo completa le sue opere d’arte con stampe su tela affidando una pregevole soluzione finale di grande spessore.
Nicolas Navoni è prima di tutto un fotografo che consente alla fotografia la possibilità di adeguarsi ad ogni campo. In questa esposizione si cimenta con una installazione di grande impatto coinvolgendo il pubblico nella creazione definitiva dell’opera. Diverse immagini di giornale ritagliate a caso possono essere composte su una grande tavola, come meglio si crede, come piace, come la mente detta, come si è visto da qualche parte. L’arte contemporanea è piacevole per diversi aspetti, tra tanti perché sfrutta i mezzi del presente per creare e Navoni consente a chiunque di essere artista, di modificare, spostare, creare, esattamente come il contrario di ciò che nella vita si può fare. Nulla è permanente, qualcosa è combinabile, con l’installazione di Navoni tutto è fattibile, tutto può cambiare, tutto si sposta in un collage continuo. L’artista non crea differenza con lo spettatore lasciando che il suo primo collage non sia fisso, ma mobile come ogni assemblaggio che il pubblico creerà attraverso pennarelli e puntine colorate per chiunque volesse lasciare un segno del passaggio-visione. La grandezza di quest’opera non risiede nella creazione che ognuno farà, ma nel ‘tempo’ che chiunque dedicherà all’opera. In una frenesia continua chi sarà in grado di fermarsi, sedersi, osservare e combinare avrà creato un’opera d’arte contemporanea grazie alla genialità di un giovane artista dalle grandiose potenzialità.
Gaël Patin è ispirato dalla gente comune, da ciò che lo circonda. Camminando per strada emergono sensazioni intime, intriganti che consentono all’artista di creare, lentamente, ogni opera tra tagli di luce e riempimenti di dettagli. Le opere di Patin lasciano l’osservatore in riflessione a chiedersi se sia una fotografia o un ritratto dal vero come non se ne vedevano da anni. L’artista parte dalla fotografia e costruisce le sue opere con le rielaborazioni successive, i colori sono quasi aderenti al vero poiché fondamentale è riuscire a farsi intendere, nulla è nascosto, tutto è palese. Unico artista in esposizione chiaramente intendibile, da lui tutto parte con chiarezza voluta e determinata incantando l’osservatore nel riconoscere la grandezza di una mano certosina e maestra come ben poche si trovano oggi. Tutte le opere sono realizzate ad olio che è una tecnica sapiente che non permette tanta libertà, ma consente un continuo lavoro di attenzione prima dell’asciugatura, consentendo la visione del pigmento cromatico e offrendo tanta luce alla visione finale identificando una grande arte frutto di una sapiente esperienza.
Un percorso espositivo che parte in grande con una figurazione chiara e termina con una creazione volontaria, libera e incognita che tutti possiamo realizzare….un’avventura, in sostanza, da vivere e concedersi.

‘’ L’unico modo per smettere un vizio è iniziarne un altro’’

Saturno contro, diretto da Fernan Ozpetek, 2007

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