Vito Carta è un maestro di arte digitale che cerca di intraprendere continui discorsi con l’osservatore attraverso immagini di forte impatto estetico e cromatico. Una figurazione non convenzionale sorprende e intrappola in scatti veloci che si fermano solo in chi osserva e in quei pochi che sanno cogliere la mano per nulla improvvisata di chi crea e opera da chirurgo in ogni creazione. Grande esponente contemporaneo completa le sue opere d’arte con stampe su tela affidando una pregevole soluzione finale di grande spessore.
Nicolas Navoni è prima di tutto un fotografo che consente alla fotografia la possibilità di adeguarsi ad ogni campo. In questa esposizione si cimenta con una installazione di grande impatto coinvolgendo il pubblico nella creazione definitiva dell’opera. Diverse immagini di giornale ritagliate a caso possono essere composte su una grande tavola, come meglio si crede, come piace, come la mente detta, come si è visto da qualche parte. L’arte contemporanea è piacevole per diversi aspetti, tra tanti perché sfrutta i mezzi del presente per creare e Navoni consente a chiunque di essere artista, di modificare, spostare, creare, esattamente come il contrario di ciò che nella vita si può fare. Nulla è permanente, qualcosa è combinabile, con l’installazione di Navoni tutto è fattibile, tutto può cambiare, tutto si sposta in un collage continuo. L’artista non crea differenza con lo spettatore lasciando che il suo primo collage non sia fisso, ma mobile come ogni assemblaggio che il pubblico creerà attraverso pennarelli e puntine colorate per chiunque volesse lasciare un segno del passaggio-visione. La grandezza di quest’opera non risiede nella creazione che ognuno farà, ma nel ‘tempo’ che chiunque dedicherà all’opera. In una frenesia continua chi sarà in grado di fermarsi, sedersi, osservare e combinare avrà creato un’opera d’arte contemporanea grazie alla genialità di un giovane artista dalle grandiose potenzialità.
Gaël Patin è ispirato dalla gente comune, da ciò che lo circonda. Camminando per strada emergono sensazioni intime, intriganti che consentono all’artista di creare, lentamente, ogni opera tra tagli di luce e riempimenti di dettagli. Le opere di Patin lasciano l’osservatore in riflessione a chiedersi se sia una fotografia o un ritratto dal vero come non se ne vedevano da anni. L’artista parte dalla fotografia e costruisce le sue opere con le rielaborazioni successive, i colori sono quasi aderenti al vero poiché fondamentale è riuscire a farsi intendere, nulla è nascosto, tutto è palese. Unico artista in esposizione chiaramente intendibile, da lui tutto parte con chiarezza voluta e determinata incantando l’osservatore nel riconoscere la grandezza di una mano certosina e maestra come ben poche si trovano oggi. Tutte le opere sono realizzate ad olio che è una tecnica sapiente che non permette tanta libertà, ma consente un continuo lavoro di attenzione prima dell’asciugatura, consentendo la visione del pigmento cromatico e offrendo tanta luce alla visione finale identificando una grande arte frutto di una sapiente esperienza.
Un percorso espositivo che parte in grande con una figurazione chiara e termina con una creazione volontaria, libera e incognita che tutti possiamo realizzare….un’avventura, in sostanza, da vivere e concedersi.
‘’ L’unico modo per smettere un vizio è iniziarne un altro’’
Saturno contro, diretto da Fernan Ozpetek, 2007
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