Alessandra Bisi è un’artista matura che utilizza il colore con sapienza avvalendosi, anche di ogni genere di oggetto per creare con sorpresa. In mostra ci sono due capisaldi della sua produzione, una tavola a muro che racchiude ricordi familiari ed una tela distesa a terra pronta per essere calpestata dagli osservatori. Intrappolati tra chiodi e fili su una tavola recuperata al mare ci sono i ricordi e le sensazioni della Bisi, consumata, sgretolata ma solida al centro la tavola è pronta a mostrare come possa usurarsu, come è naturale che sia, deturparsi nei trasporti, ma non spezzarsi. Poi c’è una tappeto di materiali e colori che sono una sezione di una grande giungla creata già tempo fa e che non poteva mancare in una mostra che è esplorazione oltre che creazione. Alessandra Bisi è poliedrica e sensibile ed è proprio la sua praticità e grandezza artistica che le consente una sorprendente versatilità, le sue opere non vanno descritte, non possono essere dettagliate, devono solo essere studiate dal vivo perché in esse c’è un infinito spazio di colori e materia in cui ognuna ha un senso. Luca De Gaetani crea delle trame estetiche, corpose e spesse in cui intrappola il colore con un garbo sorprendente. Come si può essere leggeri quanto tanta, troppa materia, vive sulle opere? De Gaetani riesce a farlo con il colore, con la semplicità del bianco e la perfetta esile calibrazione degli altri toni, sparsi o ravvicinati sul supporto, che creano macchie in cui la materia si solleva lasciando che il colore, leggero, si insinui. Sopraelevazioni, rigonfiamenti, crepe sono parte di un tutto avvincente e stimolante che porta al tatto piuttosto che all’osservazione. Artista che pare meditativo nella creazione, piuttosto che impulsivo, lascia che le sue opere possano essere toccate percependone i grumi e le crepe poiché il diretto contatto consente di comprendere quanta magia possa celarsi in ogni creazione. Azzurra Casamassima utilizza una materia leggera come le garze che si impregnano di colore per consentire alle opere di librarsi. Nessuna opera d’arte potrebbe volare eppure le opere della Casamassima sono piccole farfalle che aleggiano, anima di ricordi sofferenti, tracce di presenze intime che si pregnano, si colorano e si elevano. La materia utilizzata dall’artista non è corposa, invasiva o strabordante ed in questo risiede la sua originalità poiché lei riesce ad essere composta e calibrata identificando il posto giusto dove apporre le sue garze, immergendole nel colore che è poi la grandezza suprema della sua arte. Attenta, puntigliosa ed ancora timida con la pittura riesce a creare piccoli dipinti, raffinati e soavi, poiché nonostante lo spessore affidato alle opere non c’è mai pesantezza in ogni resa finale, ma eleganza e grazia.
Rachele Palumbo esplode con i toni oscuri, gli unici di tutta la mostra, completando ogni opera con una materia che diviene unica con il supporto. Opere particolari in cui la corposità è spesso posta al centro, fulcro nevralgico del fondo cromatico su cui inevitabilmente si concentra l’attenzione dell’osservatore. Ricercate e studiate appaiono le opere in cui il dripping contorna e si sovrappone creando uno spessore tonale che le rende alternative ed inconsuete.
[Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla, come in una favola c'è dolore, e come una favola, è piena di meraviglia e di felicità. ]
La vita è bella, film italiano del 1997, regia di Roberto Benigni.
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