La scelta di dedicare tutte le esposizioni annuali all’arte contemporanea e al cinema lascia ben poche parole, a parlare in fondo sono gli stralci di film a cui affiancare le opere. La scelta di un film avvincente ed impegnativo come questo diretto da Pierre Morel ha fatto sì che fossero selezionate opere avvincenti ed intriganti tutte volutamente figurative. La citazione prescelta mostra determinazione, fermezza e carattere, in fondo se ad un genitore viene sottratto un figlio è come un pugno in pieno viso davanti a tutti: l’anima esplode e la grinta diviene forza da contenere. Questo è il principio espositivo che ha prescelto quattro artisti grintosi, energici, determinati: Marco Fabozzi, Simone Lingua, Rosanna Romano, Cristina Taverna che con figurazioni molto diverse tra loro hanno impresso ed espresso ricordi, pareri, emozioni. Volutamente prescelti per la diversità i quattro artisti lasciano una porta aperta all’arte contemporanea perché ‘non finisca qui’.
Marco Fabozzi dipinge su grande formato con una rapidità di gesto che mozza il fiato, grandi campi bianchi accolgono volti ingigantiti che si definiscono ad una veduta da lontano e che paiono tratti confusi da vicino. La scelta di dipingere su grande formato consente all’osservatore di introdursi nel dipinto come in un mondo fantastico in cui si diviene piccoli improvvisamente. Fabozzi è un grande artista figurativo che con un’abilità innata sorprende ed entusiasma gli osservatori alla stregua di grandi artisti. Simone Lingua ricerca, studia e medita: ogni opera d’arte è la creazione di un grande mondo che sottace e cela profondi sensi. Un’arte profonda e attenta disegna corpi ed inquadra situazioni sempre diverse, lasciando che astrazione e figurazione parlino diversamente, ma sempre grandemente. Le opere sono meticolose creazioni dal sapore inconsueto e dal tratto originale che si distinguono con fermezza per la scelta sempre diversa con cui le figure dicono e i gesti si presentano. Un artista impegnativo Lingua poiché ha dalla sua parte l’abilità di saper sempre esprimersi diversamente lascinado gli osservatori carichi di sensi e significati mostrando abilità non di tutti. Rosanna Romano rappresenta l’entusiasmo e la diversità che fa la differenza: mai uguale sorprende sempre l’osservatore poiché ogni opera ha tratti intriganti ed avvincenti insieme a tecniche sempre nuove in sperimentazione. L’arte è anche sperimentazione per la Romano ma è, soprattutto, passione che si diversifica continuamente e la diversità continua è qui segno di una maestrìa che si palesa con eleganza al pubblico facendosi studiare nell’intrigante sguardo femminile delle protagoniste. Cristina Taverna è un sorpresa grandiosa per diversificati motivi: il tratto esile e leggero sulla superficie scura è come una ballerina che danza continuamente sola intrattenendo egregiamente il pubblico per ore. Quanta leggiadrìa in quel tratto esile, quanta eleganza in quelle opere nude, poste alla vista degli osservatori prive di toni, fronzoli, cornici e contorni: esili creature che invece di essere accudite, al contrario, coccolano chi le guarda lascando nell’aria incanto e stupore nel riconoscere la magia dell’arte e l’eccellenza della mano creatrice.
["io non so chi siete, non so cosa volete. Se cercate un riscatto, sappiate che non possiedo denaro, però possiedo delle capacità molto particolari che ho acquisito durane la mia lunga carriera che fanno di me un incubo per gente come voi. Se lasciate andare mia figlia, la storia finisce qui. Non verrò a cercarvi, non vi darò la caccia, ma se non lo farete io vi cercherò, vi troverò e vi ucciderò. ]
Io vi troverò, film del 2008, diretto da Pierre Morel
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