Corpi di luce
Mostre, Forli, Forlì, 15 December 2011
L’arte è fatta per penetrare le supreme verità dell’essere, le infinite armonie dell’Universo. Forse è rimasta la sola attività umana che possa ancora farlo.
I quadri di Claudio Barasi forniscono una intuizione sintetica del tutto. Massima complessità espressa con la massima semplicità e disinvoltura.
Sembra quasi che musica e poesia confluiscano nella sua pittura.
Le figure umane si allungano e si flettono e la loro bellezza non è separabile dallo spazio che occupano e in cui si muovono.
Queste opere che recano in sé il significato intrinseco di “azione”, prendono spunto da studi del corpo umano in movimento.
Forte è l’accensione cromatica di una gamma di colori però ridotta generalmente ai primari, stesi a campiture contrastanti e solo leggermente sfumati.
L’iconografia di Barasi sembra rifarsi ai temi della mitica Età dell’Oro, attraverso una rappresentazione di corpi ridotti all’essenziale anche nelle loro caratteristiche
anatomiche, ma sprizzanti di energia e gioia di vivere.
In queste opere è insito fortemente lo studio, l’osservazione, la ricerca dell’artista interessato allo spazio, ai colori, al movimento, alle proporzioni.
Si potrebbe parlare nel caso di Barasi di “pittura pura” permeata di concetti di gioiosa e libera percezione della vita e della sua manifestazione a un livello solare.
Un significato che si deve ricercare nel manifestarsi della vita in sé e per sé, non forzatamente legato ad alcuna volontà espressiva particolare.
La musica pare sospesa su queste opere semplici ma dense di tensione all’assoluto, alla ricerca di una armonia, di un equilibrio cosmico che sovrasta la sintetica
struttura pittorica.

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