Mostre, Pescara, 08 April 2017
A distanza di un anno l’artista Alfonso Camplone si ripropone con una nuova personale, in un luogo di benEssere qual’è Spazio Più a Pescara. Questa volta, pur rinunciando ai suoi “personaggi” ricorrenti nei lavori degli ultimi anni, il pittore “usa” delle immagini di copertina “strappate” da riviste degli anni cinquanta, incollate e “fuse” in una cromaticità vibrante. Immagini iconiche di un tempo ma oggi più che mai rappresentative del nostro tempo, dove l’apparire, purtroppo, ha una valenza maggiore dell'Essere … “L'immagine è la prima cosa che si "spende" nel contattare l'altro, apparire è il mettersi in vista, avere l'apparenza, sembrare ma anche mostrarsi … viviamo quindi in una società in cui conta più l'apparire rispetto all'essere o meglio dove l'essere coincide con l'apparire? La nostra è una società che fa riferimento ad immagini-idolo, una cultura fatta di modelli ed icone generati dal mondo della pubblicità, dello sport, dello spettacolo, della televisione, un mondo "preconfezionato" in cui esistono regole e format che ti inquadrano in un target o in un altro”… L’artista spinto dal bisogno di una visione introspettiva, estende l’invito, a chiunque volesse coglierne il “messaggio”, nel mostrarsi, con coraggio, sempre più autentici e vitali nella propria grandezza di Esseri Umani. Come scrive Stefano Nieddu …“Ecco, ora desidero svelarvi l'ingegnosa escamotage adottata da Alfonso, per esprimere la profondità delle sue vibranti realizzazioni, in occasione di questa nuova serie di capolavori. Avete notato tutti lo sfondo fisso che offre la base per la deposizione del segno creativo di Alfonso. Ora immaginate di cercare un senso di funzionalità. Se voi aveste un phone, non lo attacchereste alla corrente? Se vi foste preparati per un esame, non ricorrereste a tutto il vostro genio per darlo? E se Dio avesse realizzato un corpo, non vi soffierebbe dentro la vita? Forse Alfonso ha voluto solo testimoniare che tutto è a nostra disposizione e può cambiare davvero attraverso la nostra intima, vera, autentica impronta. Soltanto essa può determinare ciò che può renderci felici di essere vivi, in un mondo che chiede di essere vissuto, per davvero”.
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celeste,
Commenti 10
un abbraccio...!!!!!!!!
Cerco di passare a trovarti
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