Gli occhi di chi ha pudore scendono verticali come filo a piombo e restano ancorati al pavimento al cospetto di chi combatte tra il timore del riflesso e l’eco suadente di narcise memorie.
-Chi sono, dunque io?
-Perché l’immagine che mi ritrae appare così distante dall’idea che ho di me?
Due punti di domanda, un’unica risposta pirandelliana: Uno, nessuno centomila.
Ad un tratto il gesto si fa eroico, l’atto impetuoso acquista velocità dirompente, l’arma acuminata si infrange sullo specchio che si frantuma liberando Schegge e frammenti di tutta una vita.
Camplone parcellizza, smembra, sfaccetta, scompone L’OGGETTO/SOGGETTO, disgregando in tal modo la realtà che ha di fronte in quanto avverte l’urgenza di indagare i molteplici volti dell’universo umano.
A distanza di alcuni anni, l’artista pescarese recupera un linguaggio formale più aderente alla pittura figurativa, operazione che gli consente di restituire partiture e stesure che descrivono personaggi, stati d’animo, emozioni, memorie che suggeriscono trame squisitamente narrative.
Alfonso Camplone vive un nuovo impulso creativo, una autentica fase di ricerca attenta, alta, matura; in questi ultimi mesi la produzione si intensifica e l’irrequietezza di chi sente di essere prossimo alla soluzione dell’assordante quesito non si placa.
Taccuino a portata di mano, egli veste gli abiti di un abile e coraggioso reporter cui tocca frequentare i luoghi notturni della “città dell’uomo” tra vicoli ed anfratti vischiosi, teatri, balere, taverne, bar, osterie di memorie bukowskianie.
Tanta umanità nelle note della Pianista che rincorrono compulsivamente accenti di musica Jazz, nei misurati passi dei ballerini che Insieme nella danza inciampano in quel buffo movimento che sembrava essere Quasi un caschè. L’ebbro che seduto su una panchina divaga e racconta fiero delle sue visioni al metanolo. Tra sogni e menzogne anche quella per la quale giura e spergiura di essersi imbattuto da giovane nel misterioso e pericoloso Barbablù.
Nei fogli, tra gli appunti e le annotazioni del diario di bordo di Camplone si possono leggere i commenti di chi A teatro ha visto lo spettacolo del Teatrante , del Bohemien girovago e perdigiorno sempre in fuga dall’ordinario ma fedele alla sua compagna Sognante, di quell’uomo elegante e nostalgicamente Dandy che ogni sera puntualmente prende un Taxi al volo ma non si saprà mai per andare dove.
Infinitamente grande il campionario delle’umanità con le sue declinazioni per stare dentro al catalogo aggiornato delle tipologie antropologiche.
Un lavoro lenticolare quello di Alfonso Camplone dove la città come luogo dell’umano non appare mai ma si avverte in tutte le istanze antropizzate. I sentimenti che si legano all’angoscia, al fastidio provato dopo uno Scherno, al gesto altisonante del caritatevole passante che tira via dalle tasche un soldo di elemosina esclamando un plateale Tieni! Ed ancora ne Il saluto della star dove il movimento pendulo e mellifluo della mano disegna nell’aria un diagramma di vanità. Ed infine quel sorriso botulinico stampato sul volto di Joker diventa l’emblema di un’immagine straniera che non troverà mai permesso di soggiorno nel cuore dell’artista.
Le tele restituiscono una superficie tormentata, vissuta, ferita, rimarginata ed infine guarita. Impasti filamentosi, cromatismi raggrumati, innesti filigranati sottocutanei divenendo arterie e diverticoli riattivano e riattualizzano valori e sentimenti universali rintracciabili nelle opere come Il dubbio, Prima della grande prova, Aspettando il momento giusto, Non ascoltare cattivi consigli.
Dopo Riflessi nella vitalità del Gesto e Itinerari e paesaggi interiori Alfonso Camplone con Schegge e frammenti di tutta una vita riposiziona l’essere umano al centro della sua profonda riflessione artistica.
Christian Dolente
• Opere pittoriche di Alfonso Camplone www.alfonsocamplone.it
• Sede espositiva: Scuola Civica Musicale “Città di San Giovanni Teatino”
Piazza S. Rocco, 16- Sambuceto
(San Giovanni Teatino – CHIETI)
• Inaugurazione: 10 Novembre ore 18.00 – Brindisi finale offerto dall’Azienda Agricola “Col del Mondo”
• Periodo espositivo: dal 10 Novembre al 15 Dicembre 2012
• Orario apertura: tutti i giorni dalle 14.30 alle 20.30 escluso la domenica
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