“Napoli e Rio - racconta Mario Ferrante - Come da un ventre molle e sempre fertile, le due città (nota di straordinaria casualità, prodotta dalla Storia) hanno generato la propria “Periferia” nel luogo più vivo ed intimo del loro centro storico. I quartieri spagnoli, ridondanti di abbagli, tra le feritoie di “bassi” stracolmi di vita, ai margini di tutto, come le favelas di Rio, abbarbicate sulle colline che cingono in un abbraccio dolcissimo la spettacolare baia e che di sera producono il “miracolo” della trasformazione di quelle budella piene di sangue e di orrori indicibili in un diadema di luci, le poverissime luci rubate alla città, per illuminare le baracche di legni e lamiere, adornante Rio come una sposa pronta a vivere la propria magica notte!”
“La pittura di Mario Ferrante è il risultato di un sovraccarico del sogno nel sogno che è la realtà stessa.
Ferrante svela pittoricamente il sogno di cui tutta la realtà si fa carico, ma che si nega all'osservatore distratto.
Ciò che è reale è già sufficientemente onirico, come se questo bastasse al pittore per approfondire la reverie della realtà potendola così mostrare in tutta la sua concretezza. - scrive il Presidente dell’Accademia Brasiliana di Filosofia João Ricardo Moderno - L'arte di Ferrante radicalizza il sogno dell’essere-del-mondo, lo trasforma in arte, e in tal modo risveglia e rivela la realtà intorpidita dalla brutalità del mondo. La realtà diventa più reale attraverso il sogno dell'arte. In questo senso, la fantasia dell'arte è reale e il reale è fantasia”.
La mostra sarà accompagnata dalla proiezione di un dvd interattivo, “Ventre molle, Napoli come Rio”, di Gennaro Rapuano, giovane regista di origini beneventane, che ha scritto e diretto, la storia di due ragazzi, che nelle loro similitudini sembrano essere la stessa persona. Sono i ragazzi del "ventre molle", il bambino delle favelas brasiliane e lo scugnizzo napoletano dei quartieri spagnoli. Napoli come Rio, ovvero la periferia nel centro della città. Le associazioni tra questi due mondi così lontani ma allo stesso tempo così vicini, anzi così uguali, sono numerose nel corso del video, il piano è quello di un sogno, o forse di un ricordo di una vita passata, piccoli flash, in cui i personaggi più caratteristici delle due città si confrontano, si inseguono e si fondono.
Il luogo onirico del finale, da all'opera quell'ansia necessaria allo spettatore per accendere la propria curiosità. I protagonisti del videoclip, ci insegneranno alla fine che l'arte è un mezzo molto potente, capace di liberarci, sia mentalmente che fisicamente, dalle costrizioni di determinate realtà.
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