Sala Nervi di Torino Esposizioni
18 dicembre-26 febbraio 2012
Sono 12mila i metri quadrati della Sala Nervi di Torino Esposizioni che ospitano la 54° Edizione della Biennale di Venezia – Padiglione Italia, curata da Vittorio Sgarbi, nell’ultimo capitolo di quest’edizione dedicata al 150° dell’Unità d’Italia e che lo stesso Sgarbi definisce come “la chiusura di un cerchio aperto”. Con Torino, infatti, si conclude la prima parte di un virtuale censimento degli artisti iniziato da Sgarbi a Venezia e proseguito durante le Biennali Regionali e che proseguirà in futuro.
Il numero degli artisti che parteciperanno alla kermesse torinese sono in divenire, quelli certi per il momento si attestano intorno ai 700.
Tra le presenze di rilievo il fotografo Giordano Morganti, gli scultori Brunivo Buttarelli e Ruben Esposito, il ceramista Roberto Giannotti, la fumettista Barbara Zucchi, l’artista intermediale (pittrice e musicista) Carina Aprile, le installazioni interattive di Vincenzo Marsiglia e le pitture di Claudio Magrassi, di Max Marra, di Michele Giannattasio e di Franco Tarantini. Fra gli artisti torinesi emergono Enrico Colombotto Rosso, Angelo Barile e Xel. Al loro fianco anche alcuni nomi noti non legati solo al mondo dell’arte come Dario Ballantini, il comico di Striscia la Notizia, il musicista Andy, già Bluvertigo e il cantautore Ivan Cattaneo.
Trait d’union tra Venezia e Torino è il parmense Enrico Robusti, che presenta nel capoluogo piemontese un insolito Gianni Agnelli.
“Concedere agli artisti la dignità della propria esistenza”, questo è il leitmotiv sgarbiano che per la sua Biennale ha scelto di dare spazio a chi, pur meritandoselo, rimane troppo spesso nell’ombra e a chi, per mancanza di spazio, non è potuto essere a Venezia. Dunque una rivoluzione contro le ipocrisie e contro il sistema, durante la quale, come afferma il Direttore Artistico Giorgia Cassini, “il vangelo del laissez-faire nel poliedrico mondo dell’arte è stato finalmente scoperchiato”.
Per la Capitale dell’Arte Contemporanea, dunque, è stata riservata “il massimo delle iniziative”, come afferma l’Assessore alla Cultura di Torino, Maurizio Braccialarghe, parlando della Biennale torinese, che fino al 30 gennaio sarà visitabile gratuitamente dal pubblico. Iniziativa che secondo il Coordinatore Generale, Giorgio Grasso, porta la democrazia nel mondo dell’arte permettendo “a tutti di vedere tanto”.
Padiglione Italia ripropone a Torino, dopo Venezia, Padiglione Tibet, “il padiglione per il Paese che non c’è”. “Ogni padiglione nazionale, spiega il curatore Ruggero Maggi, è per sua stessa natura un grande contenitore d’arte… mentre Padiglione Tibet è già Arte nella sua concezione”. Un progetto parallelo alla Biennale, che il curatore spera sia una goccia che contribuirà “a far traboccare il vaso colmo di indifferenza che, per ragioni inesplicabili, si è creato intorno alla tragedia di questo meraviglioso paese dalle metafisiche vette.”
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