Se nelle immagini di Eleonora Maioli prevale un carattere puramente descrittivo volto a cristallizzare un particolare momento della vita delle persone, un istante preciso, uno sguardo diretto e consapevole o un fugace pensiero che prende vita, il flusso di parole senza punteggiatura di Alessio Trapassi ci trasporta nella dimensione più interiore dell’enigmatica mente umana coinvolgendoci in immagini talvolta poetiche, altre dure ed aspre o di inaspettata grandezza cosmica. Ma è nei dipinti di Jacopo Marchi che immagini e parole, realtà e fantasia vanno a condensarsi in un alfabeto delle molteplici identità umane reso con segni di carattere quasi primitivo, una sorta di geroglifico multiforme che volge nelle più svariate direzioni. L’intensità degli sguardi rapiti dall’obbiettivo di Eleonora Maioli si tramutano nei pensieri in libertà di Alessio Trapassi e convergono nella geometria dell’anima di Jacopo Marchi.
Il flusso del pensiero ed i caratteri dell’identità umana si racchiudono in sé stessi in una rassicurante introversione, quasi uno scudo innanzi al mondo esterno, oppure scelgono di oltrepassare le barriere imposte dalla società e dalle convinzioni altrui per librarsi in piena libertà cullandosi in giochi di fantasia e aspirazioni non confessabili.
L’enigma dell’identità umana diventa un pretesto per indagare il difficile mondo dell’anima umana, il nostro rapporto con il circostante. Consapevoli del mondo che ci circonda siamo infatti liberi di scegliere di uniformarci ed immergerci in esso oppure di creare una barriera che eviti la contaminazione, di costruirci una facciata, una sorta maschera da indossare al momento opportuno.
E’ sempre qualcosa di grande a pervadere e trasformare la nostra identità, che sia per sempre o per un solo istante: l’amore, la gioia, la quiete, la tristezza, la paura, il desiderio di fuga, i ricordi, la malattia, la consapevolezza di far parte del disegno dell’universo. Tutto questo si tramuta in sensazioni che talvolta si palesano sul nostro volto, sul nostro corpo, mostrandoci agli altri così come siamo, senza filtri ed enigmi, altre invece ci fanno chiudere in noi stessi, modificando la nostra identità, nascondendola e portandola ad essere altro.
La lettura delle identità proposte da Eleonora Maioli, Jacopo Marchi ed Alessio Trapassi ci mette di fronte a tre modi diversi di porsi dinanzi al vasto e variegato mondo dell’umanità, ovvero quello letterale e più vicino alla realtà, quello interpretativo e poetico e quello astratto che va a cogliere l’essenza delle persone. Non si può decidere quale sia l’interpretazione più giusta, ognuna coglie infatti una caratteristica diversa della personalità umana. Questa è d’altronde la grande potenza dell’arte contemporanea, ovvero la libertà di decodificare il mondo attraverso il proprio linguaggio, rendendo più vicino ciò che è distante o allontanando ciò che è prossimo.
Interpretare gli altri può essere un gioco simpatico e divertente, paragonabile alla irrefrenabile voglia di capire chi si ha davanti osservando il contenuto del carrello della spesa davanti alla cassa del supermercato, ma può rivelarsi anche un modo coraggioso per calarsi nei panni altrui ed immergerci senza filtri in tutto ciò che di bello o di brutto può trasmetterci, facendoci toccare le corde più profonde del nostro io.
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