in Via San Felice 18 – Bologna
È lieta di informarvi che
sabato 20 aprile 2019
ore 18.00
si terrà l’apertura delle mostre personali di
KATJA HANNULA
ROBERTO LORETO
MARIO ESPOSITO
durante la serata presenzierà la Dott.ssa Denitza Nedkova
La scrittura è un’attività spazio-temporale che genera un ritmo. L’atto dello scrivere è un atto motorio e la traccia è il risultato di tale atto. Uno strumento semplice - il pennello - unisce pittura e scrittura nei primi tentativi grafici di ogni bambino. Una unione che la cultura occidentale inibisce già nel nascere - accentuando l’importanza dello scrivere è l’inutilità del disegnare – quando dall’età di circa sette si abbandona progressivamente l’esercizio della creatività grafica a favore della capacità linguistica. In Oriente contrariamente il segno è sia morfema visivo che linguistico in un sistema comunicativo multicanale dove cognizione e motricità non si configurano come funzioni isolate, ma rimandano alla percezione tonica del corpo nella sua totalità. È questa che consente ad un gesto che ha lasciato una traccia di assumere lo statuto di produzione grafica. Quest’ultima – quando integra la sua natura poliglotta - è la fedele oggettivazione delle immagini mentali - del meaning-making che il nostro cervello attua nei confronti del mondo – e interferisce positivamente non solo sulla strutturazione delle relazioni spazio/temporali, ma anche sulla competenza rappresentativa globale della realtà, contribuendo a sviluppare la cognitività e l’intelligenza. Nell’essenzialità di un tratto – ovvero la linea, con il suo spessore variabile e la sua espansione poliforme, che diventa il corpo della creatività, del ritmo interiore che si rende visibile - si racchiude, come dimostrano le opere di Katja Hannula, l’infinità delle sue potenzialità espressive che emergono, di volta in volta, molteplici o scarse a seconda di che tipo di percezione gli strumentalizza – una prettamente linguistica e codificata come quella europea o una visiva e interpretativa come quella orientale. Organizzazione dalla Finlandia Danila Calabrese.
Una visione unificata e grammatizzata di tipo occidentale sta alla base dell’intervento artistico di Roberto Loreto. La matematica del meccanismo espressivo del suo sistema di oggetti estetici origina nella frattalità aurea naturale ma rettifica la sua minima deviazione dalla metà perfetta con il calcolo geometrico ad artificio umano. L’illusione di aver superato la perfezione organica con il ritmo meccanico spinge l’essere - oggi più che mai - a costruire una dimensione spazio-temporale parallela a quella reale, nella quale fruire i prodotti della propria technè. E nessun materiale è tanto polimorfo e polivalente da rendere ogni nuovo artificio completamente diverso dagli altri quanto quello artistico. Chi impugna il pennello, dunque, effettua un’inevitabile operazione di metaforizzazione – ovvero stratificazione e la relazione tra diversi domini concettuali – caratteristica del solo Homo sapiens. Se il tratto rivela la capacità precognitiva, istintiva ed arcaica dell’essere a recepire il mondo ed esprimersi in esso, la metafora concerne speculativa ed astratta necessaria per strumentalizzare la realtà e plasmarla a propria immagine e sembianza. Il prodotto artistico, pertanto, illustra la totalità di questi meccanismi comprensivi – quello risalente a 4 milioni di anni fa che ci accomuna al resto del mondo animale e quello neocorticale prettamente umano ed acquisito solo 50.000 fa – che permettono all’uomo moderno di vedere e classificare le forme naturali e simultaneamente di frammentale e riclassificarle in sagome nuove, puramente allegoriche.
Il particellamento è l’anima anche dell’opera musiva di Mario Esposito. La vastezza di tasselli a sé stanti, autonomi ma aperti a sviluppi narrativi, riflette la legge naturale di auto-similarità nello specchio linguistico e grammatico del pensiero sequenziale della conoscenza umana. La capacità di portare la mente avanti e indietro nel tempo - non restando quindi ancorati al solo “qui e ora”, l’unica dimensione spaziotemporale del regno animale – ovvero la memoria è governata, conferma già la Gestaltpsychologie, da una frammentazione, classificazione e archiviazione di cosa con cui entriamo in contatto. A partire da circa tre anni d’età, infatti, il cervello umano acquisisce la capacità di confrontare ogni stimolo recepito - per comprenderlo - con le esperienze già scritturate dalla memoria, ovvero di costruite un storytelling che consente di identificare ed eventualmente completare con dati preesistenti l’immagine mentale di ogni nuovo stimolo e/o evento. Questo processo è possibile sulla base di due tipi di schemi mentali organizzativi: schema che si riferisce al valore semantico dell’esperienza -che è acquisita, etichettata e archiviata mnemonicamente - sulla base del quale inquadramento semantico agiscono gli script, ovvero la strutturazione sintattica di successione degli eventi, le microsceneggiature dinamiche determinate dalla specifica situazione, dal ruolo che si ha in essa e le conseguenti strumentalità a scopi. Ogni microtela di Esposito funziona, dunque, sia come una frase a se stante - uno schema coinvolto in un script contestualmente interno – che come un morfema, un unità semantica coinvolta, insieme ad altre, in una narrazione globale che abbraccia nello stesso spazio e il tempo opera, artista e fruitore.
Denitza Nedkova
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Durata mostra:
dal 20 aprile al 02 maggio 2019
dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00
02 maggio chiusura ore 15.00
Info e contatti:
Mail: info@wikiarte.com
Sito: www.wikiarte.com
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