durante la serata presenzierà la Dott.ssa Francesca Bogliolo
Artisti in mostra
Antonella Laganà, Andrea Sangalli, Angela Marchionni, Angelo Licari, Enrico Frusciante, Ezio Tambini, Federica Nobili, Francesca Guariso, Gian Luca Galavotti, Gigi Cau, Giorgia Pezzoli, Giovanni Trimani, Giuseppe Portella, Ksenia Yarosh, Loretta Cavicchi, Luca Boatta, Luca Tridente, Luciano Vetturini, Luisa Piglione, Luisa Modoni, Marco Fajer, Marino Calesini, Mario Esposito, Marzia Roversi, Maurizia Piazzi, Mauro Martin, Mauro Fastelli, Michele Pucacco, Ninni Trifirò, Paolo Del Signore, Paolo Mazzanti, Roberto Re, Ronak Moshiri, Sauro Benassi, Silvia Montomoli, Stefano Manzotti, Stefano Galli, Tina Lupo, Tullio Candeloro, Walter Marin.
Omaggio ad Alphonse Mucha
Gli uomini di oggi hanno dimenticato come si guarda. Distratti da mille stimoli, avvolti in sovrastrutture, spinti verso un’omologazione di stile e gusto sempre più consistente, vagano in preda a uno smarrimento febbrile, alla ricerca di un benessere sempre più mitizzato e meno reale. A qualcuno capita, per scelta, su consiglio o più semplicemente per caso, di tentare di porre fine a questo turbamento varcando la soglia di un museo, nel tentativo di riprendere contatto con la propria interiorità, con un necessario silenzio e con una riappacificante bellezza. Fare esperienza del bello, come comprovato da recenti studi, può modificare la percezione del reale, arricchire il bagaglio culturale, rivelarsi motivo di rinascita: in pratica, l’arte (così come la natura) può renderci persone migliori. Gli artisti sono capaci di regalare a chi osserva nuove prospettive da cui guardare il mondo: preziosi guardiani di una memoria collettiva, essi sanno rivelarsi di volta in volta abili interpreti delle inquietudini del presente e audaci visionari di una speranza destinata al futuro. Il rapporto di chi vive in funzione dell’arte con l’essenza della bellezza coincide, in sostanza, con una continua indagine sull’uomo, poiché ciò che appare bello nell’arte rimanda in ogni aspetto a ciò che lo è nella vita, e ciò che infastidisce, disturba, destabilizza, induce alla mente di chi guarda il concetto di bellezza da cui apparentemente si distacca. Pur esercitando un effetto specchio su chi osserva, l’opera dunque finisce sempre per ricondurre, per affinità o per contrasto, la mente dell’osservatore al proprio concetto di bellezza, sia che lo si voglia considerare soggettivo, sia che lo si creda oggettivo. Alcuni linguaggi riescono, meglio di altri, a guidare l’uomo all’interno della dimensione estetica, permettendogli di ritrovare il senso della relazione con la realtà, risvegliando dinamiche sensoriali, riportando alla superficie emozioni che si credevano sopite. All’inizio del secolo scorso, promotore di un nuovo linguaggio comunicativo, accessibile a tutti e nel contempo foriero di suggestioni capaci di smuovere l’animo nel profondo, Alphonse Mucha, protagonista indiscusso dello stile Art Nouveau, si rivela capace di orientare il gusto estetico verso la riscoperta della perfezione, verso l’incanto suscitato dalle arti, dalla natura, da un sorprendente quanto inaspettato quotidiano. L’eco della sua poetica, di recente riproposta in un’importante mostra a Bologna, nella prestigiosa sede di Palazzo Pallavicini, giunge fino all’epoca contemporanea, affascinandola e invitandola a concedersi la possibilità di percepire la bellezza come unico motore possibile per la consapevolezza dell’uomo. Questa mostra, i cui partecipanti esprimono, in base a ogni singola sensibilità, la propria personale rivisitazione del linguaggio di Mucha, vuole essere un invito a recuperare il senso dello stupore, ad aprirsi alla vita in modo autentico, a ricordare come si guarda.
Francesca Bogliolo
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Durata mostra:
dal 05 gennaio al 19 gennaio 2019
dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00
19 gennaio chiusura ore 15.00
Info e contatti:
Mail: info@wikiarte.com
Sito: www.wikiarte.com
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