in Via San Felice 18 - Bologna
È lieta di invitarvi
Sabato 24 febbraio 2018
ore 18.00
All’ inaugurazione delle mostre personali di:
MAURIZIA PIAZZI
TIZIANA SALVI
LUIGI CAU
L'arte che si smarrì nel colore
«Aprendo gli occhi per la prima volta incontrai il mondo: la città e la casa, che poi, a poco a poco si fissarono in me per sempre. Dopo, incontrai una ragazza. Ella attraversò il mio cuore e si assise nelle mie tele» – Marc Chagall.
Le cose della vita, ovvero la loro fugace presenza materiale compongono la poetica essenziale e cristallina di Maurizia Piazzi. Una poetica composta di parole chiare e semplici che non descrivono ma chiamano i fenomeni con i loro nomi consueti e comprensibili da tutti. Una poetica che tradisce una scelta radicale di non trasformare l'estetica in palestra di concettualismi, bensì di mantenerla quale pura conoscenza del bello naturale. L'artista si serve di strumenti stilistici diversi, dalla sobrietà contenutistica morandiniana al fotorealismo di radice pop, per conservare l'integrità sintattica dell'immagine contraddistinta da rigorose geometrie d'impostazione, sincronie cromatiche ed equilibri luminosi che permettono una lettura e comprensione immediata e, dunque, un legame empatico specchiante con l'opera. Quest'ultima si presenta, infatti, allo spettatore onesta e aperta non tanto a narrare quanto ad accogliere ogni racconto che la vede sua.
La dolcezza della semplicità visita anche l'operato di Tiziana Salvi. Il mondo onirico, quasi preraffaellita, della pittrice bolognese esegue canti mitologici che trasformano le favole in verità antiche sulla vita e il suo fluire. Creature ibride immerse in contesti irrazionali permeati di simboli e metafore costruiscono un credo artistico che invita l'esterno a perdersi dal primo colpo d'occhio in mondi paralleli. Questa dimensione chagalliana incontra il fruitore, stupefatto di trovare l'eccezionale nelle piccole cose, in una narrazione "condensata" di metamorfosi incessanti della forma in altra forma in continuo rinvio dalla vista all'udito, dalla lettura alla pittura, dalla contemplazione all'azione. La forza gestaltica della favola traccia un etica pura e globale, incontrastata e incontrastabile, che nutre la sua universalità nell'innocenza puerile, ben espressa dal ininterrotto fluire cromatico che priva ogni forma di rigidità e regolarità, rendendola spontanea e naturale.
Un'inondazione di melma colorata, di dense paste pittoriche devasta le tele di Luigi Cau. La sua visione estetica si serve dello stesso linguaggio fauve per seguire non i fiumi dei sogni infantili, ma quelli di una realtà contaminata, stravolta non da stranianti dinamiche oniriche, bensì da reali fatti che tutti conoscono e associano negativamente. Braccia, gambe, bocche storte dal lamento superano la tela ed fuoriescono rumorosamente dalla superficie piatta come naufraghi di antichi bassorilievi bellici. L'artista sceglie la posizione attiva e le sue opere non si aprono chiare e libere ai racconti degli altri, ma "strillano" la propria posizione critica, feroce e disperata, di un uomo che non vuole più essere tale ma aspira a vette divine che altro non sono che il sistema concettuale delle paure e le speranze umane. L'efficacia del pesante impasto cromatico rivela ispirazioni astratte e poveriste che trattano la materia pittorica come "carne viva", non risparmiando alcun gemito all'osservatore. Anche qua la pittura è empatica ma "smarrita" nel dolore e nel rimpianto di essere uomini …..
Febbraio, 2018
Denitza Nedkova
Presentazione critica a cura della dott.ssa:
Denitza Nedkova
Curatrice mostra:
Deborah Petroni
Sponsorizzata e pubblicizzata da:
www.fanluce.it
www.infissifp.it
www.start-fano.com
www.fogacci.net
www.axeleventsmanagement.com
www.virtualstudios.it
Durata mostra:
dal 24 febbraio - 08 marzo 2018
dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato
Lunedì e domenica chiuso
Ingresso gratuito
Info e contatti:
Mail: info@wikiarte.com
Sito: www.wikiarte.com
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