in Via San Felice 18 - Bologna
È lieta di invitarvi
Sabato 20 maggio 2017
ore 18.00
All’ inaugurazione delle mostre personali di:
MARIO ESPOSITO
ENRICO GAROIA
PAOLO RIGONI
La pittura di Mario Esposito è imbevuta alla radice di una lunga tradizione storico artistica, che intende veicolare la disarmante bellezza dell’universo attraverso una semplicità apparente. Nell’attività dell’artista la creazione manuale si accompagna all’ideale creativo nella realizzazione di opere multiformi in cui nulla è lasciato al caso. Come nella tecnica del mosaico, nelle composizioni di Mario Esposito l’irregolarità della disposizione e degli accostamenti regala forti suggestioni luministiche di grande impatto visivo, riverberando in chiave pop l’eco di un’arte antica veicolante profondi significati simbolici. La reiterazione di oggetti e soggetti diviene allora un pretesto per favorire la meditazione sull’oggetto stesso e la quotidianità in cui il suo utilizzo di dipana, e sull’essenza stessa del soggetto raffigurato. Per contro, l’accostamento di tele di piccola dimensione dal diverso contenuto permette lo sviluppo della capacità immaginativa, invitando l’osservatore a affacciarsi su nuove visioni di un mondo che pensava già conosciuto. La tessitura cromatica evoca gli accostamenti tonali di Gustav Klimt, che rimase abbacinato dall’arte musiva, e regala suggestioni vive e mai banali, che si affacciano tra i soggetti analizzati dall’artista.
La curiosa straordinarietà del mondo e del suo essere superiore, l'uomo, spingono il giovane artista forlimpopolese Enrico Garoia a passare attraverso (sperimentare lat.) essi in una incessante ricerca della vera materia. Molteplicità di stili, di materiali, di fatture, tutte volte alla produzione di concetti rappresentativi non interessati alla forma, alla linea, all'impostazione, ma a quella che dà il ragion d'essere a tutto: la sostanza. L'artista giunge a sperimentare empiricamente la vita in modo specifico, negando la distinzione tra fenomeno, la conoscenza involontaria sensoriale del mondo, e noumeno, l'intellegibile non tangibile. Garo fonde idea e oggetto, rendendo la materia libera di esplorare la tela senza avvertirne i limiti. L'innominabile è chiamato per nome ("Love"), l'indomabile è delimitato ("Immersus Emergo"), l'inarrestabile mutevolezza naturale è messa in dubbio ("Evolution?"). Paolo Rigoni è riflessivo, meticoloso nel processo creativo artistico; i silenzi e le analisi introspettive sono punti cardine di un operare unico nel suo genere; da una parte legato a momenti induttivi di alta poetica, dall’altra in tensione verso una costante ricerca formale, che non abbandona comunque l’esegesi dei grandi. Il fondo è dato dal collage sulla tela o sulla tavola di carte, pezzi di scatole, frammenti d’imballaggio, fogli stampati e pagine di quotidiani… elementi significativi quest’ultimi sia sotto il profilo meramente esecutivo, sia razionale, sia tematico. Paolo carteggia la pasta di carta indurita facendo emergere da subito il contrasto chiaroscurale dello sfondo. E’ il primo momento dell’ispirazione dell’artista; segue l’intervento con gli smalti, le tempere e in questo procedere, dà corpo ai soggetti. Il testo scritto trapela dai colori in modo criptato. Ad uno ad uno appaiono gli oggetti, il paesaggio, i volti definiti con pennellate vigorose, degne della migliore tradizione figurativa del ‘900. Le tematiche spaziano dallo scenario del paesaggio umbro, diverso nelle stagioni e quindi nelle tonalità, alle nature morte colte nel lirismo crepuscolare. A seguire i contenuti forti: giardini del sapere, ovvero i libri per la trasmissione della conoscenza, e i volti degli homeless: una indiretta denuncia delle diseguaglianze sociali. Un’arte impegnata quella di Paolo Rigoni.
Presentazione critica a cura della:
Dott.ssa Francesca Bogliolo
Curatrice mostra:
Deborah Petroni
Durata mostra:
dal 20 maggio - 01 giugno 2017
dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato
Lunedì e domenica chiuso
Ingresso gratuito
Info e contatti:
Mail: info@wikiarte.com
Sito: www.wikiarte.com
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