"Solo sui ponti e sui margini (posso amare)"
Mostre, Milano, 13 December 2012
NOTA CRITICA:
Tra la luce e la notte, tra il bianco e il nero, l’ombra smentisce allo sguardo creativo l’esistenza di confini netti e decisi, spalancando la soglia alla possibilità infinita della narrazione. A partire dalla visione sul paesaggio umano - in quanto abitato, attraversato, vissuto dall’individuo - l’occhio fotografico di Maria Francesca Tirelli mette a fuoco e restituisce ombre di umanità in dialogo intimo o aperto con lo spazio, cioè in relazione sentimentale, talvolta ludica, ironica o paradossale, con l’ambiente naturale o architettonico circostante.
Il filo rosso tra gli istanti, catturati segretamente a distanza dall’artista, è teso da una mano bambina: curiosa, giocosa, immaginifica. Infatti, la parte migliore delle storie di istanti sembra quasi che debba ancora venire agli occhi, e Maria Francesca è stata brava a rubare il punto di inizio dei racconti infiniti appena evocati, brava ad invitare chi contempla a sviluppare l’infinito ad ogni sguardo.
Infine - sia come accessorio accidentale, sia come “personaggio” che agisce intenzionalmente nella dimensione spaziale - l’umanità in rapporto all’ambiente e ai suoi elementi costitutivi; quindi la relazione tra l’essere umano e ciò che si trova immediatamente al di là della sua stessa pelle, dei suoi margini e confini spaziali e sentimentali, si pone come elemento chiave della natura simbolica, narrativa e affettiva dell’opera d’arte, ma anche interessante condizione di possibilità per “amare” l’opera fotografica di Maria Francesca Tirelli.
Raffaella Tenaglia
Titolo liberamente tratto da una citazione della pièce teatrale “La notte poco prima della foresta” di Bernard-Marie Koltès.

Commenti 0

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login