Sensazioni Artistiche2015. Editoriale G. Mondadori.
Testi critici, Bologna, 22 May 2015
Se il mondo fosse solo di verità avrebbe l'aspetto dei lavori di Maryna Sakalouskaya. La pittrice bielorussa elegge la figura umana come rappresentazione massima della realtà e concentra in essa tutto il mondo fenomenico dell'uomo. La bellezza dell'essere, catturata dalla maestria esecutiva, domina ogni elemento nella raffigurazione. Positivo e negativo si conciliano in una visione ipertrofica della realtà dove esiste sintonia assoluta tra le presenze. L'alta concentrazione di simboli, accanto a immagini iper realistiche, permettono la costruzione di un stile metafisico, che permette deliri d'immaginazione con realistici approdi visivi. Il lirismo favoloso si scontra con il verismo delle forme creando contrasti, accentuati da improvvise assenze figurative sulla tela, che portano a una progressiva decostruzione della forma, spesso risolta in composizioni prettamente astratte. L'astrattismo di Sakalouskaya si può definire, dunque, un compenso tra formale ed informale pacato da una cromia idilliaca, pulita e lampante. Il dinamismo degli elementi strutturali (spazio, ritmo, colore, linea) sana i disturbi prospettici, sviluppando la narrazione a livelli multipli. L'importane carico formale trova, così, una libera distribuzione sulla tela sfruttando la terza dimensione in profondità. L'osservatore è invitato a perdesi in un viaggio tra reale e irreale che non è mai arduo, in quanto gradevolissimo per la percezione. Il concetto di bellezza, nei lavori della pittrice, assume la sua connotazione più oggettiva, generando un senso di riflessione benevola sul significato della vita dentro il mondo naturale. Il bello finalmente corrisponde sia al vero che all’ideale. Il nostro approccio verso il mondo in cui viviamo cambia, quando dialoghiamo con il lavori di Sakalouskaya. Il ritorno alla figurazione "semplicemente" bella nella storia del'arte attuale indica come il bisogno estetico dell'uomo volge a una ricerca del buono tramite il bello e a una riappacificazione con la sua realtà. L'opera d'arte quale manifesto dell’incostante e mutevole mondo umano cede il posto alla glorificazione della gioia di vivere. Ma, in fondo, non diceva lo stesso Lev Tolstoj che l'arte non è altro che abbandonarsi alla vita e che «l'arte buona è sempre comprensibile a tutti». La vera arte, secondo Tolstoj, suscita un«contagio» positivo, ovvero «quel sentimento, completamente differente dagli altri, di gioia nell'unione spirituale con un altro (l'autore) e con altri ancora (gli ascoltatori o spettatori) che contemplano la stessa opera». L'arte «deve sopprimere la violenza» e «fare in modo che i sentimenti di fraternità e amore per il prossimo, oggi accessibili solamente agli uomini migliori della società, diventino sentimenti abituali, istintivi in tutti». E noi con Sakalouskaya non possiamo che dargli ragione.

Dott.ssa Denitza Nedkova

Commenti 3

benny
9 anni fa
benny Artista
complimenti
Maria Cristina  Neviani
9 anni fa
Bravissima! Ciao...
Waldemar Dabrowski
9 anni fa
Congratulations...!

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