Da sempre affascinato dall’ignoto, dai misteri dell’infinito, da sempre desideroso di mettersi alla prova per conoscersi meglio, ma anche ossessionato dalla ricerca della felicità, l’uomo ha orientato la sua vita verso un’ideale, utopica ricerca della libertà.
Schiavo dell’atto stesso di svegliarsi e dover vivere ogni giorno, accompagnato da una sorta di malinconica inquietudine, l’uomo del terzo millennio non può ancora manifestare del tutto la sua reale purezza di spirito, perché condizionato da troppe norme e convenzioni che ne intralciano il cammino.
Esausto come un viandante senza meta, non è riuscito a trovare la sua vera culla/dimora… che non sta in un’epoca, un luogo o un ricordo… ma nell’essenza stessa del nostro divenire, nel gioco interminabile dell’esistenza. Un gioco in cui ogni cosa può tornare in discussione in ogni momento. Pur viaggiando, esplorando e cercando nuove strade, fin dalle origini l’uomo/Ulisse ha inseguito una serenità astratta, una sorta di pace consolatoria dei sensi, destinata a rimanere simile a un sogno…
Come un dono inatteso e gradito, però, questa perenne ricerca ha reso un essere complesso - mortale e palesemente imperfetto - poeta, pittore, artista, instancabile voce della Natura e testimone delle meraviglie del mondo.
È questo incessante mirare alla sostanza delle cose che ha portato l’uomo a distaccarsi pian piano dalla tradizione che lo teneva incatenato (al passato) come un angelo ribelle, a troppe esperienze già vissute, a immagini già viste, a lezioni non più attuali a volte impartite da cattivi maestri.
Solo allontanandosi con coraggio dal tradizionale, così freddo e limitante, l’uomo può fuggire dalla sua prigione, solo attraverso una sperimentazione ragionata e lo studio dell’arte può sfidare l’ignoto, sondarne i misteri, camminare nel futuro e coniugare la ricerca con quello spirito di sana e competitiva innovazione che conduce al progresso culturale dei popoli.
Così, come un solitario eremita/filosofo che, non visto, contempla le città dall’alto di una rupe, l’artista, ma anche l’uomo che ancora non è consapevole di essere artista, creano un mondo ideale, una magica bolla di sapone che, al suo interno, raccoglie emozioni ancestrali, tanto autentiche da farci commuovere, scrivendo una seducente favola senza fine che risveglia le coscienze.
E quando finalmente, dopo tanto buio, si rivede la luce, vuol dire che le catene son cadute… Siamo liberi. Ora proviamo a essere felici davanti alla bellezza delle opere d’arte che sintetizzano questo percorso di evoluzione collettiva…
Francesca Lulleri e Fernando Bassoli
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I migliori auguri
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