Ho la mia dimora tanto tra i morti quanto tra i non nati.
Più vicino del consueto al cuore della creazione, ma ancora non abbastanza vicino”.
Paul Klee
Le immagini che usiamo per descrivere la creatività e il lavoro creativo del cervello si rifanno alla suddivisione tra gli emisferi destro e sinistro; questi, normalmente, elaborano le informazioni in maniera indipendente e funzionano in modo complementare; sono specializzati, ma condividono ed integrano le informazioni. A seconda del tipo di lavoro che facciamo, sviluppiamo più un emisfero che un altro. Chi è abituato ad usare molto parole e numeri si avvale di più dell’emisfero sinistro (digitale), mentre chi è abituato a lavorare con le immagini e con l’intuizione, utilizza di più l’emisfero destro (analogico). Cosa succede a chi è abile nel pensiero creativo? Usa entrambi gli emisferi; nel processo creativo l’emisfero sinistro si sintonizza sui fatti, raccoglie le informazioni, le analizza, quello destro tende a fluire attorno alle idee, fa incubare le informazioni, fa partire le libere associazioni, sviluppa le intuizioni. È la fase produttiva delle idee, quella creativa vera e propria; poi entra in scena di nuovo il sinistro, che valuta le possibili soluzioni e le attua. La creatività, insomma, si deve ad una collaborazione efficace ed efficiente tra i due emisferi.
La ricerca artistica di Peppe Denaro, forte di questa collaborazione, segue due tracciati principali (che non sono gli unici), quello informale-analogico e quello iconico-digitale; il primo arricchisce l’altro e viceversa, la realtà si fa materia liquida e quella liquida diventa materia.
Di recente si usano espressioni come "vita liquida", "società liquida" e "modernità liquida" per descrivere le caratteristiche del mondo in cui viviamo. La "vita liquida" è una vita nella quale sembra non ci siano punti fermi; tutto cambia molto velocemente, troppo velocemente. In questo contesto, anche l'arte, il suo significato, il suo valore, subiscono dei cambiamenti di fronte al mercato globale. L'arte "buona" è quella famosa, perché esposta nelle gallerie di prestigio, presentata alle mostre, commentata sulle riviste specializzate; l'arte "cattiva", o la "non arte", è ciò che non ha mercato; non esiste altro criterio, oggi, per distinguere il "valore dell'opera d'arte".
Uno dei principali elementi che, fino ad oggi, caratterizzavano l'opera d'arte era la sua permanenza nel tempo, la sua "eternità immortale". Hannah Arendt diceva che "l'oggetto culturale resiste al tempo" e che "un oggetto è culturale, in quanto sopravvive a qualsiasi utilizzo abbia potuto presiedere alla sua creazione".
Oggi non più così; il sistema economico spinge avanti velocemente, ed anche le opere d'arte devono essere ammirate, usate, fruite velocemente e poi essere sostituite con nuove opere altrimenti il mercato si ferma. Se osserviamo da questo punto di vista le varie tendenze dell'arte contemporanea, ne rileviamo la condizione di precarietà e di breve durata nel tempo: ad esempio le "installazioni", i "video art" concentrano tutto il mondo dell'artista in pochi minuti e in altrettanto poco tempo scompaiono; l'utilizzo di materiali "poveri", degradabili, friabili, deperibili non resistono al tempo; gli interventi sulla natura, realizzati solo per poter scattare delle foto; i dipinti realizzati con vernici non resistenti, le immagini che svaniscono sui computers…
Il tracciato informale-analogico
Peppe Denaro quando dipinge con la materia, ama sporcarsi le mani e non solo, entra in simbiosi con il colore, rifiuta qualsiasi forma (figurativa o astratta) costruita secondo canoni razionali, “[...] rifiuta la composizione e il controllo esercitato dalla mente sulla mano, è la manifestazione dell’insofferenza ai vincoli della geometria e della rappresentazione mimetica, è una pittura che si fa materia, gesto” (Liliana Ingenito, in Il sole, diverse luci - “Expo del Sole”/Mostra d’arte contemporanea, gennaio 2010), crea immagini senza il ricorso alle forme riconoscibili, nientifica il mondo naturale delle cose, dando vita a un mondo di entità non-oggettive, inesistenti e tuttavia reali. Le opere pittoriche di Denaro si rifanno sicuramente all'Action painting e al Tachisme; libere pennellate, densi strati di colore e segni casuali e improvvisati navigano fluide e libere sulla superficie; il supporto materico si raggruma, poi scivola, si fa all’improvviso liquido, svuotato da qualsiasi residuo valore formale. Materia, segno, graffi, sgocciolature, intrecci, gesto e azione negano una conoscenza razionale della realtà e rappresentano un universo caotico, unica testimonianza dell’essere e dell’agire, liberano le energie interiori. Le sue superfici in-formali, che si legano alle filosofie esistenzialistiche, testimoniano il vuoto di certezze e di fiducia nella ragione umana. È un'arte, questa, autosufficiente in sé, che si presenta eliminando qualsiasi rappresentazione che non sia quella di sé stessa in tutte le sue caratteristiche di fisicità spazio-temporale; è un‘arte, che rifiuta il valore di ogni precedente conoscenza, dà vita alla "negazione del mondo", una "iconografia del no" (G. C. Argan) ed una identificazione del segno/materia con la propria sofferenza esistenziale di cui si fa diretta trascrizione.
Il tracciato iconico-digitale
Peppe Denaro dipinge anche con il computer (digital art, computer art), usando un mouse o una tavoletta grafica, scansionando una fotografia o un'immagine disegnata con l'ausilio di un software di grafica vettoriale.
Personalmente – sicuramente per mio limite – mi sono posto con una certa diffidenza verso questa forma di espressione perché non mi ero ancora incontrato con le creazioni computerizzate di Peppe.
L’artista, attraverso l’uso del mezzo tecnologico, combina, modifica e manipola in maniera non banale. Le sue creazioni sono fortemente iconiche, sono immagini che tendono a raffigurare elementi della realtà (figurativa) esterna, sono delle vere e proprie “finestre che si affacciano sul cielo”, la “porta regale” attraverso la quale si manifesta l’invisibile e si trasfigura il visibile: in essa non c’è né imitazione, né rappresentazione, ma comunicazione tra questo e l’altro mondo. In queste opere, generalmente dal forte contenuto politico-sociale, la realtà liquida – attraverso l’uso del plotter (periferica specializzata nella stampa di supporti di grande formato) – diventa materia. Le sue opere, ricorrendo al seppiato/ramato/dorato, diventano memoria di un passato che è oggi e, al contempo, è già futuro.
Alla luce di quanto sopra detto, in tutte le opere (informali-analogiche o iconiche-digitali) di Peppe Denaro, grazie alla sua formazione artistico-filosofica, s’incontrano idealità e realtà; incontro descritto – richiamandosi alla technè greca come mezzo di conoscenza basato sul concreto operare umano – da Martin Heidegger, nel saggio su "L'origine dell'opera d'arte". Arte liquida quella di Peppe Denaro, arte del nostro tempo.
Giacomo Cuttone
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