2 novembre 2012, Ore 18
Cayce’s Lab, via Carteria 26/a
Modena
a cura di Luiza Samanda Turrini
ambienti sonori TMN
O spettacolo di terrore, morte deforme e orrenda a vedersi!
John Milton
When you’re sad and when you’re lonely and you haven’t got a friend
just remember that death is not the end
Nick Cave and the Bad Seeds
The Others, gli Altri, bianchi fantasmi con occhi di bottone, si affacciano a guardarci da dietro a un recinto, il confine posto fra il nostro mondo e il loro, invalicabile eppure molto, molto sottile.
Nico Mingozzi utilizza fotografie antiche come supporto per rappresentare il mondo dei morti. Opere violentissime, animate da un furore iconoclasta che lo porta a storpiare con modalità mostruose vecchie fotografie, di fine Ottocento o inizio Novecento, con una sistematica, scandalosa violazione dell’immagine di persone sconosciute. Visto il tempo intercorso dallo scatto, dal flash della lampada al magnesio, gli ignari supporti di queste opere, ovvero i soggetti delle fotografie, sono tutti morti. I loro lineamenti vengono cancellati, come succede alle vittime della maledizione di The Ring. Gli occhi svuotati, in bianco o nero, impediscono il loro riconoscimento. Il terrore della perdita dell’individualità costituisce il cuore dell’interfaccia umana con la morte. Nico Mingozzi riesce a cogliere l’essenza della percezione della morte da parte dei vivi, ovvero la paura, creando un mondo parallelo pieno di orrore, figure demoniache e supplizianti.
Più l’uomo risulta separato dal suo gruppo, più l’angoscia di morte cresce. La fotografia è uno dei massimi risultati del positivismo individualista. Non è un caso se Mingozzi utilizza proprio il medium fotografico per rappresentare i suoi agghiaccianti spettri.
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