Roma, aprile 2013
Si inaugura martedì 23 aprile alle ore 17.30 presso la Caffetteria del Chiostro del Bramante la mostra personale di Antonella Catini a cura di Antonietta Campilongo. Territori interiori è il titolo della rassegna. Il percorso espositivo si presenta accompagnato dal testo critico di Ida Mitrano.
Scheda tecnica
Titolo: Territori interiori | Personale di Antonella Catini
A cura di Antonietta Campilongo
Artista: Antonella Catini
Organizzazione: NWart
Presentazione: Ida Mitrano
Periodo: dal 23 aprile al 19 maggio 2013
Vernissage: martedì 23 aprile 2013, ore 17.00
Sede: Caffetteria del Chiostro del Bramante
via Arco della Pace 5, Roma
Info:
e-mail: anto.camp@fastwebnet.it
T. 339 4394399 – 06/68809035
www.nwart.it
www. chiostrodelbramante.it
www.antonellacatini.com
Territori interiori
Nella stesura del pigmento cromatico, denso e grumoso, Antonella Catini cerca di dare consistenza tangibile all’interazione psicofisica con il reale. Stratificando e scarnificando la materia, l’artista libera le proprie pulsioni e dà concretezza e forma al proprio io più profondo. E’ dunque la soggettività a offrire la chiave di lettura della sua opera, portando alla coscienza la molteplicità di senso dell’esperienza.
Il gesto pittorico di Antonella Catini, segno, e al tempo stesso, colore, consente l’emersione dei contenuti entro una forma che esprime essenzialmente la relazione con l’input esterno in termini del sentire interiore, mai raffigurato come puro dato oggettivo. Attraverso la sedimentazione degli stati psichici, la realtà, lo spazio visivo, e quello emozionale, divengono palpabili. E l’opera artistica luogo d’incontro dei vissuti. Strato dopo strato, dunque, la materia pittorica acquisisce uno spessore e una consistenza che lasciano sempre intravedere tracce di una memoria, di un sentire, spesso di un dolore. Le creazioni che ne derivano manifestano un particolare equilibrio formale e compositivo e contemporaneamente un forte dinamismo, teso alla continua ricerca di assonanze e dissonanze.
La materia cromatica, stesa con la spatola, strumento che rende immediata l’identificazione con la potenza del gesto come veicolo di forte energia interiore, consente all’artista di gettare sulla tela i fermenti della propria vitalità, di agire d’istinto, di entrare liberamente in contatto con quella superficie per poi riordinare quella stessa materia, organizzare il proprio gesto in una struttura che si presta ad infinite variazioni formali. Per questa ragione, l’impatto visivo ed emotivo, che immediatamente connota le tele dell’artista, non aggredisce, ma cattura l’attenzione. In qualche modo, risuona dentro. E nell’apparente caoticità del magma cromatico, nella tensione dei segni si avverte la ricerca di una misura come ricerca del proprio sé e, nel contempo, come necessità di tradurre in linguaggio quanto emerge autonomamente. In tal senso, Antonella Catini si muove in rapporto ai propri contenuti interni senza mai perdere di vista il rapporto con l’altro da sé. Scandaglio interiore e, nel contempo, atto comunicativo, il gesto dell’artista esprime i dinamismi inconsci, ma anche l’apertura al dialogo. Non è un caso che il colore, così vibrante di energia, non esploda sulla superficie, né si limiti a dare luogo ad accadimenti accidentali della materia. E così il segno che non cede ad un impulso incontrollato, né si avventura nel territorio dell’improvvisazione senza cautele, ma risponde invece ad un’esigenza autentica di rigore. Un rigore non concettuale, ma che nasce dalla ricerca del proprio oggetto interno.
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