La sua passione per l’arte pittorica, iniziata da ragazzo, lo ha spinto ad iscriversi al I° Liceo Artistico di Via di Ripetta a Roma, dove ha frequentato le lezioni di Guelfo, amico di Giorgio De Chirico.
Sommarì lavora anche privatamente come decoratore d'interni e realizza decori in tutti gli stili.
Le sue opere sono originali e caratterizzate da scenari densi di simboli e figure che utilizza, insieme ai colori e alle forme, per mettere a nudo la sua anima.
Mi spiega che quando dipinge non fa bozzetti ma “è già tutto in testa bello e disegnato” e riprende le allusioni di De Chirico, anche se la sua è una pittura diversa che definisce “meno nostalgica e più aperta a sperimentazioni”: egli possiede una sua dimensione pittorica, un suo linguaggio espressivo che lo distingue dagli altri artisti contemporanei.
Per lui “Ogni dipinto è un messaggio, in ognuno è racchiusa una storia, le profonde complessità dell’uomo, il suo impatto con gli elementi, gli animali, i felini, le colonne, le piazze deserte, le luci, le pietre infuocate dal sole, le lunghe ombre”.
Sommarì ha scoperto la metafisica ed ha scelto questo linguaggio, nonostante in pochi lo potranno decifrare, per introdurre lo spettatore nei meandri più segreti dell’anima.
Il maestro è anche l'ideatore e fondatore della Biennale d’arte di Pomezia.
INTERVISTA
Benvenuto Sig. Sommaripa e grazie per avermi concesso questa intervista. Ci può raccontare brevemente qual è stato il suo percorso di studi e artistico?
Già alle elementari sapevo disegnare, poi nel ’74 iniziai a frequentare il Liceo Artistico di Via di Ripetta con la guida di importanti artisti quali Rossana Lancia, Simona Weller, Mario Cimara e Guelfo. Anni irripetibili e formativi.
Si ritiene un pittore o un artista?
Senza dubbio un artista, sono stato sempre creativo ma la pittura è il mio sfogo più congeniale.
Come nasce l'ispirazione? Le sue opere sono parte di un percorso o provengono dall'istinto?
Istinto d’artista, puro, senza scorie accademiche, frutto unico della mia ricerca della comunicazione visiva. Tutto il mondo che mi circonda fa nascere ispirazioni, scintille, l’idea.
Impiega periodi lunghi per realizzare un’opera?
No, sono velocissimo, come se dovessi perdere un treno, l’idea non si ferma per molto!
Qual è il filo conduttore delle sue opere?
Amo dipingere scenari metafisici e surreali, ciò che si cela dietro l’apparenza del mondo visibile, ma a volte con ironia o soluzioni immaginarie, il filo conduttore io non riesco a vederlo, ma gli altri si, anche se si tratta di astratti o tratti essenziali. Però vado a periodi, che inevitabilmente tradisco.
Chi apprezza le sue opere?
Prevalentemente collezionisti, in genere chi apprezza l’arte made in Italy.
Mi parli delle sue opere che ritiene maggiormente significative. Cosa vuole comunicare?
Ogni mia opera ha un significato personale, è un momento che fisso indelebile, una lunga elaborazione inconscia ricca di significati, che potrebbero ripetersi in altre opere future, la mente mette in moto meccanismi complessi che ci identificano e distinguono.
Fra le tante opere realizzate in passato quali ritiene che siano le più particolari?
Le pietre parlanti, forse un giorno riprenderò a dipingerle.
Che rapporto ha con la critica?
Se vogliono parlare di me lo facciano pure, non importa come.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Non ho progetti, vivo alla giornata, in attesa del treno.
20 luglio 2013
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