Luca Ferrise nasce a Soveria Mannelli nel 1986 e dopo aver frequentato il Liceo Artistico Statale di Cosenza ha partecipato, negli anni 2004 e 2005, alla serie di estemporanee “Terre di Calabria” conseguendo a Tiriolo il Primo premio nella categoria giovani esordienti. Negli anni successivi ha lavorato per la produzione della sua prima mostra personale “The misery melody of memory”tenutasi in Motta Santa Lucia (CZ) nell’agosto 2010, omaggio a Salvador Dalì con il cui stile si è identificato per anni e, infine, nel 2011 e 2012 ha partecipato a una serie di mostre collettive tra le quali alcune tenutesi a Cosenza, a Rende, a Torino e a Grosseto.
Dice Luca: "Nelle opere esposte in queste mostre l’esigenza di una ricerca del mio “Io” mi ha portato all’abbandono dello stile surrealista che mi rappresentava nelle prime produzioni per avvicinarmi a uno stile materico e astratto. La transizione al materico mi ha permesso una ricerca interiore più personale e intima”.
I lavori di Luca sono accompagnati da poesie scritte dalla poetessa Manuela Mastroianni, attraverso i cui versi riesce ad esplicitare il significato delle sue opere. I suoi ultimi lavori materici sono ispirati ai quadri dell'amico Joshua Sottile, il quale lo ha influenzato dal punto di vista della matericità e dall’opera “Urlo”, di Allen Ginsberg, che "ha contribuito al cristallizzarsi delle mie sensazioni sulla tela".
Segue una breve intervista.
- Ciao Luca, benvenuto. Vorrei farti alcune domande per far conoscere le tue opere ai lettori. Puoi spiegarci cosa vuoi esprimere con la tua arte.
La mia arte è una raccolta di pensieri e stati d'animo che raccontano le visioni del mondo che mi sta attorno. Rimanendo fedele al surrealismo inizio a denunciare mali, sociali e psicologici, alla ricerca del mio “Io”, di uno stile che mi rappresenti e che esprimi le mie visioni. Ho iniziato quindi ad intraprendere la strada dell'astratto surreale dipingendo burattini che raffigurano me stesso.
- Qual è il filo conduttore che accomuna le tue opere?
Il filo conduttore che accomuna le opere e il malessere. Una sorta di denuncia alla società che opprime, uccide, una società che porta ad una anoressia dell'anima, che rende il proprio interno fragile e vulnerabile.
- Che tecniche utilizzi?
Tecnica mista sia su tela che su tavola.
- Come prende forma la materia sulle tue opere?
La materia prende forma sotto aspetti emotivi, nella materia che creo c'è tutto ciò che rappresenta quel determinato percorso che voglio esprimere....alcuni sfondi sono fatti ad occhi chiusi perché penso che l'arte e l'immagine deve nascere dalla mente e uscire dal cuore, non importa se un opera è bella, l'importante è il contenuto.
- Progetti futuri?
Si progetti futuri si! Una mostra in primavera qui a Grosseto con Mauro Ceselli, Joshua Sottile e le poesie di Mastroianni Manuela. A luglio e agosto 2013 è in programma una mia personale a Treviso, nella galleria Elle e al Palazzo Scotti, infine a gennaio parteciperò ad un concorso al Palazzo Reale di Torino.
3 dicembre 2012
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