Testi critici, Grosseto, 15 March 2012
“Irene si concentra sulle proprie emozioni e le sue tele sono coperte da estensioni di colori che escludono l'interesse per il segno o la forma. Orienta la sua ricerca sulla stesura pura del colore e sul valore delle parole, che inserisce nelle sue tele. Scrive frasi che, con l'uso del colore, generano l'illusione di un'immagine dinamica che evoca sentimenti intimi di una donna riflessiva, dall'animo sincero e profondo. Le figure derivano da un linguaggio artistico primitivo, sono piatte e sospese tra luminosità e offuscamento in un equilibrio precario. La spiritualità pervade ogni composizione che sembra “respirare”. Lega il colore e le parole attraverso un gesto spontaneo, vero momento creativo, che attribuisce valore artistico alla sua arte. Senza alcuna pianificazione, Irene lascia “accadere” questo gesto, favorendo il suo compimento con la naturalezza e l'istintività del momento, affinché le esperienze più profonde della sua psiche emergano con spontaneità casuale e non per mezzo dell'automatismo” (Antonia Pesare, Storico dell'Arte)
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celeste,
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