luogo: CIRCUITI DINAMICI-SPAZIO 2
via Antonio Giovanola 21/c
20142 MILANO
vernissage:14 febbraio 2011 ore 19.00
catalogo: Stampa Seriart
curatori: Anna Epis,Aldo Torrebruno
comunicato stampa :
Quando abbiamo iniziato ad immaginare micro², non avevamo la minima idea della possibile risposta che avremmo ricevuto dagli artisti. microbo.net è un progetto che vive sul web, attraverso la Rete e in un certo senso per il web: questo comporta anche assumersi alcuni rischi: gli artisti che fanno parte della community di microbo.net si sarebbero presi la briga di produrre un'opera rispettando il formato scelto e quello di inviarcela per posta? Saremmo riusciti a spostare l'entusiasmo che anima lo spazio virtuale in cui microbo.net si muove anche nello spazio fisico, reale?
Oggi, davanti agli oltre 350 lavori che è possibile ammirare in mostra, arrivati da ogni parte del mondo, possiamo gioire per la scommessa vinta. Possiamo affermare che micro2 è davvero uno sguardo, un ampio colpo d'occhio sul contemporaneo: ci mostra tutta la straordinaria eterogeneità (che in questo caso è ricchezza!) del panorama che ci circonda. Ci affascina poter realizzare una mostra che mette in dialogo, attraverso ed all'interno delle varie cornici, opere disparate per provenienza geografica, tecniche, esperienze pregresse e teorie estetiche degli artisti che le hanno realizzate: micro2 sembra una mostra impossibile, ed invece esiste, in tutta la potenza del suo dire. Non c'è - ed è ovvio che non ci sia - il filtro del tempo a storicizzare queste opere, ad indicarci una direzione univoca verso cui il contemporaneo stia procedendo: si vede, al contrario, in questi 5x5 il brulicare creativo dell'arte, che esplora tutte le direzioni, senza soluzione di continuità.
E nel mondo di oggi, iconograficamente sempre più denso, che ci costringe a processare una moltitudine di immagini in pochissimo tempo, appare una sfida anche chiedere allo spettatore di osservare sì in un primo tempo il tutto a colpo d'occhio, come se fosse un foglio-mondo, ma poi di concentrarsi, di avvicinarsi (anche fisicamente) e di osservare con attenzione queste piccole opere, di tendere l'orecchio per ascoltare le voci che le opere si scambiano, di aguzzare la vista per vedere i sottili fili che legano i lavori e cogliere la loro pluralità di sensi. Questa pluralità non è un dire unico ed univoco: in micro2 c'è posto per tutte le capacità di espressione: sta ora a noi osservare e trovare il senso, lasciandoci guidare dal nostro gusto personale, per scovare sia ciò che gli artisti vogliono comunicare, sia per proporre, attraverso il dialogo con le opere, veri e propri significati originali.
Anna Epis e Aldo Torrebruno
L’insieme è più della somma delle sue parti?
Partendo dalla definizione di PERCEZIONE secondo la GESTALT, bisogna considerare l’intero come fenomeno sovraordinato rispetto alla somma dei suoi componenti.
In questo caso l’insieme delle opere definisce un elemento unico di valenza indipendente e diversa dagli elementi individuali che la costituiscono, dove però ogni microcosmo è da percepirsi esso stesso come risultato di percezione, dato da una complessa organizzazione dovuta dai processi conoscitivi influenzati dal nostro vissuto.
Quest’opera gestaltica ha tra le sue peculiarità anche quella di un’essenza “vuota”, ovvero dove anche la vacuità è forma: si prende congedo dalla presunzione di autonomia delle singole identità e forme, ma attraverso il vuoto si crea una costellazione infinita di relazioni ed energie.
L’insieme è più della somma delle sue parti.
Antonia Guglielmo
Un prezioso mosaico costituito da numerose tessere colorate, ciascuna con una propria ben precisa identità: così appare al primo sguardo la pagina web dedicata alle opere partecipanti alla mostra Micro².
E proprio come in un mosaico è utile sì la visione unitaria, in grado di conferire un senso all'insieme – e, in questo caso, di innescare numerosi riflessioni sull'eterogeneità della produzione artistica attuale e sulla sua vitalità – ma ancora più utile risulta l'osservazione ravvicinata delle singole unità, che porta a riconoscere come caratteristica specifica di una tale configurazione proprio la discontinuità e il carattere discreto.
Procedendo secondo tale seconda via, abbiamo l'opportunità di considerare ogni singola opera, a prescindere dai gusti personali e dal giudizio di valore che ne possiamo dare, come un piccolo haiku pittorico, una “gemma” in grado di condensare in poche battute una delle tante modalità di produrre arte, oggi.
Con la raccomandazione di porsi di fronte alle opere con il medesimo atteggiamento di attenzione e concentrazione che potremmo assumere proprio di fronte a un haiku, ovvero con gli occhi e le orecchie ben aperte, pronti per farci guidare nella percezione di fenomeni e di aspetti del reale dapprima mai considerati.
Lara Piffari
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