in collaborazione con l’Assessorato
alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli.
La mostra anche ha ottenuto il patrocinio del Consolato Onorario della Repubblica di Polonia Regione Campania.
"Un lungo cammino quello compiuto da Barbara Karwowska dal suo arrivo a Napoli, nel 1992, ad
oggi.
Vi giunge con un bagaglio di conoscenze artistiche, apprese al Liceo d’Arte di Orlowo in Polonia, e
con i primi disegni, capaci di emozionare per la cura minuziosa e l’attenzione ai dettati accademici.
Da allora l’artista ne ha fatta di strada. Ricordiamo, a mero titolo d’esempio, la partecipazione, con
la galleria Changing Role, di Guido Cabib, ad Artissima 2003 (Torino) e la selezione di alcuni suoi
dipinti, da parte della giuria di Premio Celeste, nelle figure di Manon Slome e Julian Navarro, per il
catalogo Expectations Berlino-New York (ZeL Edizioni 2010).
Questa mostra antologica desidera presentare al pubblico le opere più significative della sua
produzione, chiarire l’evoluzione delle tematiche e le variazioni di stile che hanno contraddistinto
il suo percorso. Uno svolgimento artistico che ha visto avvicendarsi originali idee, sempre
sviluppate con l’ausilio di una solida preparazione tecnica.
La pittura di Barbara muove i passi da un espressionismo forte, intenso nella pennellata e nella
gestualità vigorosa e volge, attraversando molteplici stati, ad una ricerca più delicata e tenue nei
colori.
È la figura, l’essenza dell’uomo al centro della scena, immerso in un’ambientazione che fuoriesce
dal reale per giungere ad un piano metaforico, uno degli elementi a lei più cari. Gli spettacoli, il
teatro, l’oroscopo, l’incantesimo fiabesco delle sue creazioni colpiscono per immediatezza e innata
sensibilità. Grazie al ritratto, genere che possiamo considerare predominante nella sua
produzione, l’artista indaga sé stessa e gli altri, prosegue in un’indagine introspettiva, conferendo,
di volta in volta, significati simbolici ai dipinti.
Alle persone che abitano il suo universo, artistico e sentimentale, Barbara ha dedicato i Ritratti di
Napoli. Figure a mezzo busto, sorridenti o malinconiche, avvolte da un fondo monocromo e
accostate ad oggetti simbolici e protettivi. La piuma e il centrino compaiono con solennità iconica
in molte sue opere e si impongono come una seconda firma sulla tela.
Ritratto di nonna Henryka (1991) e Uomo seduto (1991) sono i disegni dal vivo che Barbara porta
con sé dalla Polonia. Tra i primi dipinti ammiriamo l’Autoritratto blu oltremare (1994), la serie deiPinocchio (1996) e 7 giorni (1997). In quest’ultima opera, l’artista si ritrae nel corso di una
settimana, in una sorta di appuntamento quotidiano con la tela. Il risultato è un’opera di grandi
dimensioni, un passaggio catartico verso la libertà. All’esperienza teatrale con la compagnia
Malatheatre di Ludovica Rambelli risalgono i ritratti dei componenti del gruppo, mentre le opere
dedicate al Lanificio 25 (2009) aggiungono alla straordinaria qualità pittorica il senso del mistero,
del dramma, della solitudine. Lo possiamo percepire dai toni cromatici, di forte valenza espressiva,
e lo possiamo scorgere da alcuni particolari compositivi che preannunciano un’uscita di scena,
un’attesa logorante, una sospensione eterna. Intrise di lirismo poetico sono le piccole tele che
compongono Sembrano Finestre (2016), particolari ritrattistici che Ornella della Libera identificò
come “frammenti di vita, frammenti d'identità incomplete, […] pezzi di mosaico di vita, pezzi di
puzzle che solo l' Amore può definire, completare”.
Indagare, scavare, raggiungere la bellezza grazie ai pennelli, ai colori e a quell’armonia che
ricerchiamo in continuazione è il sentimento che viene trasferito all’osservatore dalle opere di
Barbara Karwowska.
Alla città partenopea e alle sue antiche tradizioni l’artista riferisce anche il suo ultimo ciclo di
lavori: i Tombolati. Una serie di ritratti di personalità a lei vicine immortalate nell’attimo di
mostrare il numero pescato a sorte nel cestino in vimini, “numero che viene riproposto alle spalle
della persona raffigurata come se fosse un’aureola” (Emilia Sensale).
Questa antologica vuole raccontare ai visitatori, attraverso tele raramente esposte, il percorso
artistico di una napoletana d’adozione che ha scelto l’arte come principale veicolo comunicativo
dei suoi sentimenti e delle sue emozioni."
( testo di Fedela Procaccini)
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