Mostre, Bologna, 25 January 2012
una mostra di Lorenzo Guaia e Stefano Soglia. a cura di Enrico Morsiani.

In occasione di Artefiera 2013, presso il nuovo spazio Luci e Ombre di via Mascarella 12 - Bologna, il curatore italo-new-yorkese Enrico Morsiani presenta la strategia dell’attesa, un’esposizione di Lorenzo Guaia e Stefano Soglia: quadri-olfattivi e fotografie-giocattolo per la maggior parte appositamente pensate per questo evento. I due artisti dialogano e indagano la sfera del vissuto e della capacità di ricordare, la messa in discussione delle certezze in tema di relazione, il rapporto tra la dimensione intima, personale e quella del cambiamento.

Galleria Luci e Ombre - Via Mascarella 12, Bologna
dal 25 al 27 gennaio 2013 – orario di apertura: 11:00 - 13:30 e 16:00 - 19:00
vernice: sabato 26 gennaio 2013 - dalle 19:00 alle 24:00, in occasione di ART WHITE NIGHT
info: Enrico Morsiani 347 8864509, Lorenzo Guaia 335 7869871, Stefano Soglia 338 6557693



Presentazione della mostra

Siamo sempre in attesa di qualcosa che non arriva, e se dovesse arrivare ci fa subito capire che si tratta di aspettare qualcos'altro.
Le opere di Lorenzo Guaia ci restituiscono dei momenti sospesi; non sappiamo se queste scene suggerite aspettino qualcuno o siano state testimoni di qualcosa che è accaduto. C'è una messa in discussione delle certezze in tema di relazione, un vuoto che può diventare una relazione tra due o più persone; esattamente come quel vuoto possa preludere o seguire ad un senso di colpa o ad una passione improvvisa.
L'artista accetta una sfida non facile: disegna e dipinge queste scene sui filtri utilizzati da lui stesso per la preparazione del tè. In questi tavolini, in queste tazze, un po' piene, un po' rovesciate, un po' sole, ci sono discorsi sospesi, incontri mai avvenuti; c'è una notizia che ci ha fatto alzare ed andare via, ci sono discorsi interrotti perché non c'era più niente da dire e da fare.
Nell’immagine il polittico ‘’sulla capacità di (in)fusione in tè’’ di Lorenzo Guaia, dimensioni variabili, tecnica mista su filtri usati di tè su 49 tavolette di legno 15x15, 2012.

Le fotografie di Stefano Soglia, scegliendo un mezzo opposto a Guaia, sembrano complementari a questi momenti sospesi. Nella serie di Soglia la definizione convenzionale di reportage viene ribaltata, costringendo l'artista e costringendo lo spettatore ad un viaggio da fermo. Non siamo nella savana, nella grande città, o in quell'istante rubato dallo scenario di guerra, ma nella nostra casa, fra i giochi dei nostri figli. Stefano Soglia, dopo aver iper-fotografato e "viaggiato" nel mondo adulto, ci restituisce la documentazione di un'esperienza “in vitro”, dove l'attesa si cristallizza in uno passaggio di stato sospeso e impossibile da risolvere.
Qualche mese fa ho postato su Facebook questa citazione di Marcel Proust: "L'unico vero viaggio, l'unico bagno di giovinezza, sarebbe non andare verso nuovi paesaggi, ma avere altri occhi, vedere l'universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è". Mi sembra utile, prima di aspettare qualcosa che ci raccontiamo essere "grande ed importante", costringerci a vedere diversamente il nostro quotidiano. Anche perché ogni impresa eccezionale, ogni viaggio che si realizza, è destinato a diventare "quotidiano". Quindi non è mai possibile scappare dalla nostra incapacità di vedere, dalla nostra incapacità di valorizzare il nostro quotidiano.
Non possiamo mai scappare dai nostri limiti: ed ecco che Soglia decide di superarci attraverso un "reportage simulato” sul tema dell’attesa, tenendosi ad un distanza siderale dal mondo definito "vero", per evocarne i contenuti e gli stati d’animo. Sembra che faccia questa scelta per mostrare i suoi limiti e possibilmente risolverli e ci accorgiamo che questa stessa modalità di lavoro viene scelta anche da Lorenzo Guaia, quando nel suo studio, prima prepara diversi tipi di tè e poi sceglie le bustine come supporto per i dipinti.
Ma la soluzione dei propri limiti non sta certo nell'opera; l'opera è una domanda. Questo perché le opere d'arte sono sempre testimoni di qualcos'altro. E come "testimone" ogni opera potrà abbozzare delle risposte imprecise, per poi stimolare domande precise.
Enrico Morsiani
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Commenti 7

Waldemar Dabrowski
11 anni fa
Best wishes...!
Associazione Roberta Smedili
11 anni fa
complimenti
Mirta Vignatti
11 anni fa
Mirta Vignatti Artista
Grande!!! AUGURISSIMI LORENZO!!! :-)
Teresa Palombini
11 anni fa
Tantissimi AUGURI!
Cat
11 anni fa
Cat Fotografo
Tous mes voeux !
Barbara Ghisi
11 anni fa
bellissimo davvero ti auguro il meglio. Barbara
Maria Cristina  Neviani
11 anni fa
Ti auguro grandi soddisfazioni, ciao!

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