E’ lì che vuole giungere, con la semplicità e la delicatezza di un fiore, con parole pure di un morbido pennello e la poesia dei suoi delicati colori.
“Io faccio dei fiori ad acquerello, perché ho la volontà di usare l’acquerello ed il fiore in un altro modo”; sono queste le parole di Alessia Zucchi che ci guidano nel viaggio dell’anima.
Il suo fiore contiene tutto e nel tutto si contiene, si divide in uno spazio autonomo che al resto si lega e da solo sa stare. Questa è la sua sfida.
Un fiore, che in un prato tutti guardano, oppur non notano, da lei viene colto e “raccontato” in questo gioco di prospettive, di luci, di tagli, di osservazioni che sfidano la scientificità del naturalista per raggiungere la profondità dell’essenza.
Alessia veste la nudità dell’anima con “abiti” preziosi e quei petali nel bello si muovono e ci catturano.
Si esprime delle sue opere con molta timidezza ed umiltà e per quanto la nostra amicizia ci leghi da anni, nel parlarmi dei suoi quadri, ho avuto innanzi a me quel fiore bianco e semplice come la magnolia grandiflora, che lei stessa definisce “un albero così grande e poco noto, il cui fiore a volte sparisce”.
Nel percorso guidato di pensieri e riflessioni, l’artista ci invita ad incamminarci tra il profumo intenso di un giglio, la setosità di un petalo di rosa e il fragore di dalie in festa e girasoli intensi.
Nel bianco ci sono tutti i colori, nei ciclamini c’è l’anima.
Michela Cerizza
Commenti 0
Inserisci commento