La materia come testimone del nostro essere: la mostra attualmente in corso a palazzo Datini ha questa “impronta” ed è firmata da un giovane pratese, Gianni Antenucci che viene dalle “Leonardo” e alla sua prima esperienza espositiva, quanto meno in un ambiente di prestigio come è il palazzo del famoso mercante del trecento.
Come tanti Antenucci è partito sei o sette anni fa, dal figurativo partecipando a qualche collettiva e qualche fiera.
E da tre anni ha abbandonato questa esperienza per scendere nel campo della ricerca, un notevole balzo in avanti a giudicare da questi quadri materici nella sala del Datini: <
E’ la sua, una visione abbastanza apocalittica della nostra vita dove il tempo – che egli definisce il maggior nemico dell’uomo – passa sopra i momenti di gioia, di angoscia, cancellando tutto.
E in questa convinzione che il tempo non possa essere fermato, neanche con la spiritualità estrema, Antenucci si getta a capofitto in una tavolozza ricca di materia grumosa, di colori cupi come il suo modo di indagare la natura e il tempo.
E dove si scoprono proprio quelle << orme >> che siglano e lasciano traccia del cammino dell’uomo.
Franco Riccomini
La Nazione 1998
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