Il 2011 ha riportato alla ribalta l'annosa questione della scelta del nucleare come fonte energetica. In Italia, dopo il referendum degli anni Ottanta in cui fu deciso di non avvalersi più di questa fonte di energia, il dibattito si era interrotto per ripresentarsi quest'anno in occasione del nuovo referendum e delle polemiche ad esso legate, referendum che si è svolto proprio poco dopo la tragedia di Fukushima, centrale nucleare irreparabilmente danneggiata dal terremoto e conseguente tsunami che ha colpito il Giappone l'11 marzo e che ha posto sotto i riflettori mondiali la pericolosità dell'energia sprigionata dalla fissione nucleare. Alle oltre 15.000 vittime del sisma e agli oltre 7.000 dispersi, secondo le stime della Croce Rossa Italiana, andranno sommate negli anni a venire le numerose altre morti dovute agli effetti devastanti a lungo termine dovuti all'esposizione a sostanze radioattive fuoriuscite dalla centrale atomica.
Il dibattito sul nucleare che ne è seguito ha visto la presenza nei talk – show televisivi di pochi professionisti del settore e di molti opinionisti improvvisatisi esperti che hanno riempito i palinsesti delle reti a caccia di audience. A parte gli sciacallaggi di rito, sicuramente la tragedia giapponese ha sensibilizzato gli animi e portato alla riflessione tutti noi, facendoci sentire esseri appartenenti allo stesso pianeta, senza distinzione di nazionalità, religione, colore della pelle e quanto altro di superfluo possa distanziare esseri che hanno, alla fine dei conti, lo stesso destino e che sono parte dell'universo Gaia che tutto comprende, uomo e natura.
Agli artisti, animi sensibili per eccellenza e quindi maggiormente toccati nell'intimo dagli accadimenti della vita, l'artista e gallerista Elena Ducu, presidente del Movimento Culturale “Ars”, ha voluto, insieme alla sua associazione, “dar voce”, chiedendo loro di realizzare opere sul tema del disastro giapponese da esporre in una mostra intitolata proprio 2011: il ritorno del nucleare. L'esposizione, a carattere internazionale, vede la presenza di numerosi artisti provenienti da Italia, Romania, Francia, Belgio, Svizzera, Spagna, Regno Unito, Polonia, Serbia, Brasile, Corea e anche dallo stesso Giappone teatro della tragedia. Ognuno di loro, secondo la propria formazione ed espressione artistica e secondo la propria cifra stilistica, si è confrontato con il tema proposto, realizzando per l'occasione opere che emozionano e portano alla riflessione. La sede scelta dalla curatrice, la Galleria La Pigna, è uno storico spazio espositivo del centro di Roma, situata tra l'area sacra di Torre Argentina e il Pantheon, galleria che ha visto la presenza in passato di artisti come Messina e Fazzini, Maestri storici del Novecento.
Coniugando passato e presente artistico e lasciandosi coinvolgere dai sentimenti, gli artisti hanno creato ad hoc opere dalla forte personalità. Pittura e scultura, astratto e figurativo, materia e colore, segno e gesto ... ogni forma artistica in questa mostra è tramite tra il creatore e il fruitore, per coinvolgere quest'ultimo e invitarlo a pensare. Il carattere cosmopolita dell'esposizione permette di scoprire modi diversi di approccio al tema proposto proprio perché ogni artista ha un bagaglio culturale diverso, anche a seconda della sua provenienza geografica. Questo concorre a creare un clima di internazionalità e di continuo dialogo – confronto tra le stesse opere, che coinvolge lo spettatore e la sua sensibilità.
2011: il ritorno del nucleare vuole essere anche un modo per non dimenticare la tragedia giapponese, di cui ormai non si parla già più e per mantenere alta l'attenzione sul nucleare. Il messaggio viene affidato proprio agli artisti, testimoni del loro tempo e degli accadimenti ad esso legati, che hanno scelto di donare il 25% delle vendite delle loro opere alla Croce Rossa Italiana, in particolare al Fondo per le vittime del sisma giapponese. Arte che vuole quindi sensibilizzare sui problemi della contemporaneità ed esserne parte attiva.
Cinzia Folcarelli
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