PAC Ferrara
L’esposizione collettiva Il Mestiere delle Arti - Here we are. Il luogo è sempre specifico presenta i risultati del workshop tenutosi al Padiglione d’Arte Contemporanea (PAC) di Ferrara, nel mese di luglio 2010, con la docenza congiunta del gruppo ZimmerFrei, artisti tutor, e di Martina Angelotti. Gli autori hanno ideato e progettato le opere in dialogo stretto con la città e con lo spazio espositivo. L’esposizione rappresenta il momento centrale del corso triennale per giovani artisti dell’Emilia-Romagna “Il Mestiere della Arti” (2008-2011), iniziativa sperimentale di formazione avanzata nell’ambito delle arti contemporanee. Il progetto si fonda sulla priorità degli aspetti concretamente professionali: nella sfera della costruzione e comunicazione dell’opera come nel contesto lavorativo, relazionale, economico del mestiere dell’artista. Una prima fase (2008-2009), dedicata alla conoscenza dell’attualità lavorativa, si è svolta attraverso un programma di incontri con le diverse figure che rappresentano i ruoli e le istituzioni proprie del sistema artistico. Di seguito (2009-2010) si è sviluppato un insieme di esperienze di stage e tirocinio, nelle quali gli allievi hanno concretamente agito, a fianco di operatori affermati, all’interno delle realtà di sistema: presso artisti, nei musei, in gallerie private e imprese di produzione artistica e culturale. Questa mostra è situata nel programma di sintesi e applicazione nel quadro del percorso formativo, il cui sviluppo finale prevede la realizzazione di mostre personali degli allievi e di una pubblicazione documentaria sullo svolgimento completo del corso.
Il progetto “Il Mestiere delle Arti” è compreso nell’APQ GECO, siglato fra il Ministero della Gioventù e la Regione Emilia-Romagna, ed è attuato dall’Associazione Giovani Artisti dell’Emilia-Romagna (GA/ER), dal Comune di Ferrara – Assessorato alla Cultura, Turismo e Giovani, e dal Consorzio Provinciale Formazione – Ferrara (CPF).
Here we are. Il luogo è sempre specifico, ci parla di un noi, di dove stiamo o di dove siamo stati, di cosa abbiamo visto, sentito, elaborato. In un luogo che è sempre specifico perché possiede una propria energia animale, che oscilla fra l’immaginario comune della città e quello che ciascuno di noi si è costruito dentro, pur non essendo sempre originario del luogo. Specifico nei dettagli, nei personaggi, nei racconti e nelle storie che hanno dato vita a interpretazioni non sempre funzionali o derivate da percorsi logici, ma spesso sfuggite al controllo della razionalità. Rappresentare la realtà non significa ridipingerla nella sua interezza, o designarne gli aspetti peculiari, significa in questo caso fagocitarla e interiorizzarla come parte di un tutto. La peculiarità sta nel selezionare frammenti, aprire fessure su ciò che ci appare conosciuto, come se lo guardassimo dal buco di una serratura. Una realtà che ci restituisce un luogo sempre specifico, perché è sempre stato tale, e soltanto attraverso l’osservazione e la visione si è palesato ai nostri occhi. È l’aspetto sensazionale di una relazione, che ciascun artista ha costruito con frammenti, scenari e paesaggi di questa città. Questo luogo specifico è diventato la loro casa, smantellata e sezionata fino alle fondamenta, aperta e richiusa dentro nuove possibili visioni. Passeggiare qui dentro diventa un gesto naturale. Camminare fra gli ambienti, gli oggetti, i ritrovamenti che gli artisti hanno collezionato, disvelando e auscultando lo spazio dentro e intorno. È un percorso fluido, che scorre lungo una linea curva, che si contrae nelle stanze dabbasso fino a risalire al piano superiore, senza interruzione di posa. Un percorso che inserisce le opere l’una dentro l’altra, per non perdere di vista neppure un segmento, orientando lo sguardo verso dimensioni variegate, immaginifiche, storiche, scientifiche, cronachistiche. Here we are è una storia che alterna esperienze individuali e collettive nate e cresciute in luoghi e momenti diversi: aldilà delle mura della città, a ridosso di un canale, nei corridoi di un ospedale, fra i terreni vaghi e abbandonati all’uscita dal centro. Gli artisti che l’hanno rappresentata sono quattordici, provengono da ambiti e linguaggi diversi fra loro, alcuni sono giovanissimi, e quello che hanno provato a fare qui dentro, è stato considerare il luogo come parte dell’opera. Luogo fisico, manifesto e luogo percepito, registrabile come esperienza viva. Il fuori e il dentro le pareti di cemento che delimitano lo spazio. Questo specifico spazio. (Martina Angelotti)
Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara, in Corso Porta Mare 5, rimarrà aperta fino al 24 ottobre 2010.
Artisti in mostra: Emanuela Ascari, Alessio Bogani, Giulia Bonora, Gianluca Bronzoni, Michele Corso, Cinzia Delnevo, Alberto Di Cesare, Gaia Ferrario, Anna Ferraro, Laura Guerinoni, Elisa Leonini, Matteo Mezzadri, Silvia Sartori, Cosimo Veneziano.
Curatore artistico del progetto di formazione: Gilberto Pellizzola
Curatrice della mostra: Martina Angelotti
Fra i docenti Silvana DALLERA
Organizzazione generale: Leonardo Punginelli (Comune di Ferrara), Paola Casotti (CPF)
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