Uguali_Diversi è stato avviato con grande riscontro di pubblico e critica nel 2008 per l’anniversario dell’anno europeo del dialogo interculturale, nel 2009 è stata fatta un’attenta analisi della crisi e anche quest’anno l’argomento si conferma di estrema attualità ponendo al centro del dibattito le nuove generazioni in un Paese come l’Italia dove più volte è stato affermato che “non è un Paese per giovani”.
Perché i giovani?
Perché i giovani sono troppo spesso tagliati fuori dalla società e non riconosciuti nella loro capacità e responsabilità.
Perché i giovani stanno male e, come sostiene Umberto Galimberti, non per motivi psicologici ma culturali.
Perché i giovani oggi e per la prima volta nella storia, vedono nel futuro non una promessa ma una minaccia.
Perché i giovani costituiscono il gruppo sociale che sta pagando il prezzo più alto ai profondi cambiamenti intervenuti in questi ultimi vent’anni e ora stanno pagando il prezzo più alto della crisi.
Lavoro, precarietà, crisi: ma anche innovazione, imprenditorialità, crescita. Ci sono tanti modi, per i più giovani, di vivere questo tempo: da protagonisti o da comprimari passivi. Dipende da tutti valorizzare o trascurare il loro apporto alla costruzione della società.
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