Testi critici, Milano, 19 October 2010
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Gaia Fè è un’artista a tutto tondo, esperta in diversi campi artistici come la pittura, la fotografia, la grafica, il video, la musica, il cinema.

Ha voluto condividere con tutti noi la sua intensa esperienza artistica e sottolineare come l’arte possa essere un elemento unificatore nella società contemporanea.

Pubblichiamo con grande piacere il suo post perché lo spirito di Avoicomunicare è proprio questo: raccogliere e dare voce alle esperienze d’integrazione, pace e tutela dell’ambiente che noi tutti viviamo.

Ogni testimonianza è importante e offre un punto di vista diverso e nuovi spunti di confronto.


Arte contemporanea: luogo d'integrazione


Da sempre l’arte è testimone di tendenze, scuole, movimenti e individualità.

Oggi, come mai prima, differenti civiltà si sono dovute rapidamente relazionare sotto la spinta di movimenti migratori e sotto l'impulso delle comunicazioni informatiche.

Attualmente l'arte è il luogo più idoneo per sviluppare un'etica dell'integrazione, perché in quest’ambito nulla è giusto o non giusto, ma solo ciò che ha valore sopravvive al tempo.

Quando parlo di arte non intendo solo "opere scultoree o pittoriche deputate all’esposizione in ambiti specifici": parlo anche di arte applicata, comunicazione, pubblicità, cinema, moda, design, musica e tanto altro ancora.
Questo grande contenitore oggi accoglie differenti linguaggi appartenenti a tutti i cinque continenti, al punto che noi italiani, dal nostro televisore, possiamo fruire del pensiero di Gandhi, mentre in India lavorano grandi registi americani.
Le formule e i modelli dell’arte hanno subito, dal secondo dopoguerra a oggi, radicali modifiche strutturali alle quali ne seguiranno altre, necessariamente ancor più coraggiose.
L'arte diventa allora momento etico/estetico di saldatura tra coscienza individuale e memoria della società, una memoria intesa secondo un'accezione di pensiero collettivo che assorbendo si arricchisce e non distrugge. Sono molte infatti le ricerche contemporanee che gravitano intorno alla necessità di far pensare le persone in un'epoca tanto travagliata come la nostra.
C'è chi riflette sui profondi significati espressi dalla installazione-shock dell'italiano Maurizio Cattelan “Impiccati” (Piazza XXIV Maggio, Milano, 2004), o dall’altrettanto provocatorio “Luxury skull” (il teschio con i diamanti) dell'inglese Damien Hirst, l’opera più costosa al mondo; per non parlare degli imponenti idoli pagani di Jeff Koons, come “Rabbit” e la “Pink panther”.
Altri trovano nuove strade di riflessione in Yayoi Kusama, la più importante artista giapponese vivente, riconoscibile per l’utilizzo di pallini, reticoli, specchi e tutto ciò che mette in crisi la percezione, comunicando il suo disagio con opere che generano da una parte un vissuto giocoso, dall’altra una perdita dell’orientamento.
Il cileno Alfredo Jaar cerca invece di attrarre l’attenzione sugli aspetti più scabrosi del suo paese, dai campi di concentramento ai bimbi in stato di assoluta indigenza.
L’indiano Anish Kapoor lavora sulla messa in scena del vuoto, un vuoto reso tangibile da una cavità che si riempie o da una materia che si svuota a favore della rivelazione della materia stessa, che viene celebrata in una realtà più ricca di significato.


E' evidente che Oriente ed Occidente, pur nell'evoluzione dei tratti caratterizzanti delle reciproche culture, si adoperino alla ricerca di una o più verità pacificatorie.
Talvolta attraverso la demistificazione dell'abuso del denaro, talvolta attraverso lo straniamento davanti alla sregolatezza indotta alla natura stessa, l'arte si fa interprete di un livello d’integrazione più alto: il comune desiderio di operare a favore della tutela e della riscoperta dei valori universali dell'esistenza

Commenti 1

Mauro Zucchi
13 anni fa
Mauro Zucchi Pittore
Saluti affettuosi. In primo luogo vorrei dire che lo trovo interessante in quanto tratta un tema a me caro ed in secondo luogo sento che nasce da sentimenti positivi pieni di calore umano verso il prossimo che l'affermazione "L'arte diventa allora momento etico/estetico di saldatura tra coscienza individuale e memoria della società ...." lascia trasparire. Credo che possa esser uno stimolo per tutti coloro che sentono la fatica nel percorrere il loro cammino.
Grazie Gaya

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