Francesca de Angelis fornisce il suo particolare ed originale apporto alla battaglia che le correnti pittoriche contemporanee conducono nei confronti dell’anoressia e del mentalismo messi in campo dalle Neoavanguardie .Non è quindi il solo Anacronismo a ribellarsi ai Dadaismi diventato accademia e arcigna ortodossia. Proprio perché si oppone con decisione al riduzionismo ,la nostra si colloca sul terreno bulimico e splendente dell’Informale di cui vuole continuare l’avventura. Detto questo ,non può che prendere posizione nei confronti del dibattito ,aperto a suo tempo ,da Argan e da Barrilli ; contro il primo ,si schiera apertamente dalla parte del secondo .Argan propone una lettura nichilista dell’Informale che Barrilli respinge con decisione .Che significa ,per Francesca de Angelis ,fare una scelta informale negli Anni Zero ? Significa rivendicare la sopravvivenza della pittura proprio attraverso l’esibizione della pittura stessa ,una pittura che si risolve nel dionisismo della materia-colore .Nello stesso tempo l’artista dice la sua sulla “questione Italia” ;la sottocultura dominante ,infatti ,è falsamente barocca perché ,al suo interno ,è miserrima e disumana . Ad una tale sottocultura la Francesca de Angelis oppone il lusso di un arte la quale ,arricchendo infinitamente se stessa ,arricchisce sia il pitture che il fruitore .Tutto questo però non basta perché la de Angelis sta abbandonando un astrazione perfetta per un accostamento al visibile .Vediamo di che si tratta .
La materia che , fino ad ora ,celebrava il caos del suo interno ,tende ,grazie ai Paesaggi ,a “distendersi” in una natura che accenna alla riconoscibilità .Il visibile e l’accertabile non raggiungono però il loro diapason .Per quale motivo il mondo rimane sfaldato e risulta restio alle sirene dell’ordine ? a nostro parere non è difficile rispondere ad una tale domanda .Francesca de Angelis è un “artista dell’ immaginario”, e quindi teme anche il minimo contatto con la mimesi .Il mondo rimane per tanto invaso dal suo delirio convulso ed in continente ,un delirio il quale ,molto semplicemente ,trova nella libertà le ragioni ultime .
Robertomaria Siena
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