Mostra d’Arte Contemporanea (international exbition )
- dalla figurazione alla trasfigurazione - GALLERIA FIDIM
-MILANO ,VIA TADINO - accanto a “porta venezia”in contesto di FONDAZIONE MARCONI .
STORICO DELL' ARTE e CRITICO D'ARTE - DOMENICO DELNEGRO
Accademico di belle Arti di Brera_ - MILANO
critico scrittore e poeta in; EDITRICE FELTRINELLI e riviste specializzate d' Arte Italiana ed Estera.
“iscritto nel libro d'oro delle arti internazionali CIDA” “Roma - Philadelfia”
TESTO CRITICO DEL PIU' AUTOREVOLE CRITICO MONDIALE pubblicato su ARTE EXPO ,da l maggio al 30 maggio.
Dalla “Figurazione alla Trasfigurazione” è in un continum ciclico dal precedente progetto intitolato; mostra “democrartecrazia” di Venezia “dalla figurazione alla trasfigurazione e' una genesi evolutiva del pensiero umano e della sua forza indagatrice attraverso l' arte“,
nel quale l' artista s'interroga sulla verità dell'immagine, applicandosi a mettere in questione e discussione l'apparenza delle cose costruita attraverso la manipolazione di una pseudo realtà che il nostro quotidiano ci impone senza risparmio . L'artista inventa allora un linguaggio adatto a esplorare le sfaccettature sconosciute degli oggetti, dei paesaggi, degli esseri che ci circondano e anelitano. Attraverso una manipolazione informatico-esplorativa delle sequenze mentali che accompagnano il suo quotidiano, egli percorre mondi sconosciuti e paralleli in cui affioravano immagini immerse nel nostro sub-strato ed inconscio.
Con la “Trasfigurazione” l' artista esplora i contenuti nascosti di un patrimonio culturale e genetico trasversale che gli è dentro. Percorrendo gli spazi mentali ,egli ne assorbe gli elementi visivi che il suo immaginario accoglie come indispensabili alla memoria selettiva e che costituiscono i nostri riferimenti di bellezza, affettività, evidenza, deducibilita' dell' apparenza sensibile delle cose.
Questi oggetti, pitture, sculture, dettagli metamorfici dell' atto creativo generato che si accumulano nel nostro campo mnemonico come testimonianza indispensabile del nostro attaccamento a una verità visibile,contengono forse nella loro essenza misteri insondabili che ci spingono adamarli nella loro chiave di mistero?
« Ci si pone la domanda se gli oggetti inanimati hanno dunque un'anima, che si lega alla nostra coscienza e la spinge ad amarla ?», si chiede Domenico Delnegro.
L'artista sembra raggiungere questa domanda nelle sue Trasfigurazioni. In questo ciclo dedicato agli spazi della memoria , egli desidera comunicare la reciprocità di un messaggio che scaturisce dalle opere ed è indotto dalla soggettività inconscia del passante che le contempla. La bellezza, l'emozione e la caducita' delle cose sono esse stesse soggettive, legate alla valutazione di un contesto di un'epoca, a una ricettività amplificata e da un desiderio, da un sentimento momentaneo. La scelta dell'oggetto, la sua designazione tra tutti i possibili, appartiene alla sfera verticistica dell'aleatorio e dell'indicibile e attraverso la sua metamorfosi l' artista ci indica che nessuna verità è assoluta, nemmeno quella della seduzione e della bellezza dela perfezione apparente; la mobilità è inscritta nei geni degli esseri e delle cose…
La memoria non sarà quindi eterna, si domanda Domenico Delnegro ?
È dunque con un po' di nostalgia che scopriamo queste trasfigurazioni che contengono in sé l'interrogazione dell' artista di fronte al proprio desiderio spontaneo di apprezzare, di amare e di interrogare se stesso . Egli non si lascia catturare dalla bellezza, dall' appariscenza, dallo stupore o dal piacere contemplativo.
Egli s'interroga, e non accetta la perfezione dichiarata che la conservazione del pensiero nella bacheca di un “ Museo Mentale “conferendo alle opere linee e colori,tensioni e vuoto mnemonico riprogrammabile.
Le tematiche e le forme sono sottoposte allo sguardo vivisezionatore e non miopico dell'artista che in qualche modo contesta l'assoluta verità del messaggio captato dalla realta' tangibile. L' artista non crede nell'apparenza e in un certo senso, sottoponendo questi oggetti al culto, alla smaterializzazione tramite l' iconoclastia , egli applica loro una tecnica di analisi volta a sondarne il mistero e a divulgare una qualche altra realtà esotericamente nascosta. Questa verità è quella racchiusa dal soggetto prescelto o quella dell' artista in cerca di qualche certezza o verita'?
L' artista è un analista psichiatra, conosce i risvolti dell'animo piu' reconditi e sa' che l'evidenza non è quasi mai verità, ma sarcofago di una apparenza sensibile.
Le sue figurazioni e “Trasfigurazioni “ sono demistificazioni, forse addirittura demistificazioni che avvengono nell'intimo della mente che collega la mano al mezzo tecnologico, il quale non è altro che lo strumento del 'delitto' e dell' assassinio artistico.
Le opere vogliono illustrare le suggestioni del non conosciuto di un’immagine reale e dei suoi palpiti e aneliti interiori, che vanno al di là della fisionomia dell' arte originaria e lasciano spazio all’immaginazione e all’inconscio nello spazio mnemonico .
Decomponendo l’immagine di uno scatto nascono infatti segni, abbozzi di forme, che conducono molto più il sentire che non la mente verso nuove espressioni e nuove immagini: quelle che non appartengono più alla realtà d’origine, ma all’interpretazione propria di un particolare mondo emozionale.
Quello che l' artista esprime in tutti i lavori è sì frutto quindi dell’aver esplorato le soglie di gallerie e musei, dell’aver visitato mostre e interloquito con i silenzi, ma
soprattutto dell’essere entrato in contatto con migliaia di persone che gli hanno
reso partecipe di qualcuno dei loro segreti, di un frangente della loro intima visione , delle loro paure e dei loro sogni, dormienti o ad occhi aperti.
E, poiché le storie degli altri hanno in sé, così spesso, frammenti simili alle nostre storie personali,dall’essere stato indotto all’esercizio del contatto con se stesso e con le sue profondità.
Insomma, in ogni lavoro che l' artista propone ci sono molti scorci del
lavoro di uno psichiatra e psicoterapeuta intento a forze rivelatrici , ma soprattutto tanti ventagli di verita',del suo sentire, della sua libertà come delle sue costrizioni, dei suoi dubbi, dei suoi sogni, della sua felicità come delle sue paure.”
La seduzione resta tuttavia di rigore e l'analista si trasforma in artista alla ricerca di equilibrio e di armonia, la tematica della “Trasfigurazione” induce forza e luce, poiché il suo significato principale suggerisce un episodio magico e risplendente della vita del Cristo e della passione.
La luce appartiene alla simbologia della parola che cristallizza l'essenziale delle opere attorno a schegge di pensiero luminescenti che trasformano ,che catturano la luce e la restituiscono nello splendore della della forma e della materia .
Attraverso il gioco della trasfigurazione si trasforma in “amplesso cosmico” , nella
mobilità di materie ; l’emblema stesso della passione , diventa così elemento glorioso di una nuova mitologia trans-migratoria.
Sempre l'inconscio s'impone in come escavatrice di una verita' ,irrisolta e insondabile, che una mutazione oscura trasforma in rivelazione semantica dell' arte,compone in un contrasto tra l'ombra profonda dell' io e la luce marcata e tagliente,suggerendo una cerimonia in cui gli officianti mascherati partecipano ad alcuni riti antichi e propiziatori.
Una mitologia si anima, forme animali sorgono dall' inconscio di Antonio Ligabue, un uccello svolazza nella volta celeste o nel cielo di van Gogh la cornacchia di morte a volte predatore dell' anima, una lama fende la carne abbondante di Francis Bacon , una figura nel buio detta le regole come nell' urlo di Munch ,alcune visioni della genesi creativa degli artisti ispiratori di Dubuffet dell' Art Brut ,nei manicomi Francesi…e cosi' via l'immaginario manicomiale nell' arte.
Le opere ci svelano alcuni misteri e malattie progenitrici di morte ,rigenerative di vita in altri casi ,l'artista diviene colorista astratto, minimalista quasi cubista, o figurativo surrealista depauperatore della propria intelligenza, indagatore ' serial-killer del mostro da stanare in in se' stesso .
Le forme, le materie e i colori nascono da un meta-linguaggio in cui l'arte e l'invenzione svelano la rappresentazione di un mondo metaforico-metonimico,mobile e magmatico infine pragmatico ,composto di forme misteriose e incodificabili , che l'immaginario di ognuno anima in infinite rappresentazioni teatrali immaginifiche .
L' artista si lascia trasportare dal gioco della metamorfosi, esercizio semplificato dall'utilizzo della tecnologia che diviene mezzo, strumento che guida il gesto e trattiene lo sguardo quando è soddisfatto dell'effetto prodotto sul veicolo dell' immagine la ; “materia “.
La manipolazione delle immagini porta alla creazione di un universo oniricamente fiabesco, spesso impalpabile, che alcune anime sfuggite allo tsunami- magmatico tentano di risalire il fiume appellandosi alla forza dello spirito primordiale popolato da evocazioni fugacemente esoteriche.
Queste “Trasfigurazioni “rappresentano un capitolo nuovo nel lavoro dell' artista, catturato da una certa forma di desiderio e di piacere contenuti nello
scambio che si opera tra l'oggetto stesso e l'appropriazione di questo in un gesto espropriativo, che egli compie attraverso lo straniamento e la trasformazione ai quali lo sottopone.
L'artista decodifica l’essenza della soggettività inconscia che collega l'anima
delle cose e degli esseri in una combinazione in cui ogni attore detiene una parte
della verità dell'altro in un interscambio la cui chiave di volta e' secretata nello scrigno di Dio.
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