Gao Yang nasce nel 1965 nella Mongolia Interna. Nel 1993 consegue il dottorato di pittura presso l’Accademia centrale di Belle Arti e il suo lavoro, “Donna di Ordos”, riceve il premio accademico della commissione centrale cinese per la pittura ad olio. Successivamente si trasferisce nel Villaggio Orientale di Pechino dove comincia a sperimentare nuovi linguaggi pittorici di tipo espressionista.
Merita un cenno la storia del Villaggio Orientale, (Dong Cun),esperienza artistica determinante per la nascita dell’arte contemporanea cinese. Una comunità di artisti sorta a Pechino nelle vicinanze del terzo anello, verso la metà degli anni ’90, che sperimentava un tipo di arte completamente innovativo per la scena cinese, introducendo anche nuove forme espressive, come la performance In occasione di uno di questi incontri, siamo nel 2001, la polizia cinese irrompe nel Villaggio sospendendo le attività e in seguito radendo al suolo lo stesso Villaggio, mai più ricostruito. Eppure gli artisti che ne fecero parte sono oggi annoverati fra i più rappresentativi esponenti della scena artistica cinese. Fra questi si ricordano, oltre a Gao, Yue Mingjun, Zhang Xiaogang, Zhang Huan, Ma Liuming, Rong Rong.
Con gli artisti del Villaggio Orientale di Pechino organizza nel 1995 la performance “Come aggiungere un metro a una montagna anonima” che sarà selezionata alla 48esima edizione della Biennale di Venezia, nel 1999. Una personale al Namoc, National Museum of Contemporary Art di Pechino, nel ’97 espone fra le altre opere “Stato” e “Analisi del corpo”.
Nel 1999, Gao Yang è ormai in Italia,dove partecipa alla biennale torinese “Big Torino” e nel 2000 a “Arte al muro” con le serie “Impressioni” e “Il sacro infante”. Il 2001 è l’anno delle performance “Dialogo fra l’Imperatore Giallo e l’Europa” e “Il presuntuoso” e nel 2003 prende parte al festival “Beijing-Background” presso il quartiere artistico 798 di Pechino.
Dal 2005 decide di tornare in patria, e oggi vive e lavora stabilmente a Pechino nel quartiere artistico di Song Zhuang. L’insediarsi in questa fiorente comunità rappresenta un momento chiave della crescita artistica di Gao Yang, che comincia a sperimentare una nuova ricerca stilistica impressionistica. La serie “Testa confusa” e l'altra,“Memorie cittadine” sono solo alcune delle innumerevoli opere che rappresentano questa fase importante della sua produzione artistica. Qui Gao Yang costruisce il suo stile frutto di una lunga indagine decennale e carico di forti tonalità e intense pennellate. L’artista riassembla e riplasma materiali naturali e artificiali, oggetti e frammenti, rifiuti industriali e simboli della società, senza sosta incolla, contamina i tratti pittorici e questo modo di combinare il materiale con la trama cromatica porta i lavori verso la tridimensionalità, a volte tendendo verso l’installazione. Ogni opera propone una quantità quasi infinita di informazioni e un’attenta osservazione porta lentamente a scoprire i tanti piccoli particolari c compongono la trama complessa. Si ha una sensazione di trovarsi di fronte a paesaggi immaginari, ai non luoghi impregnati dell’odore del mare Mediterraneo o immersi nelle grandi dinastie cinesi del passato. Entrar
La sua metodologia compositiva si trova descritta in un testo cinese, dove si avverte l'ammirazione che gode in patria:
“Gao sfugge a ogni tentativo di incasellare il suo lavoro in una corrente artistica, segno evidente questo che il suo grado di creatività è alto. In una sfida continua con se stesso, segue, nel creare un dipinto,l'espediente di scegliere, fra i materiali da lui raccolti, quelli che gli suscitano uno stesso sentire, incollarli sulla tela, e solo alla fine passare sopra la composizione i colori ad olio per ottenere il lavoro finito..... questi suoi oggetti, scarti della società dei consumi raccolti nella spazzatura, oppure roba di bassissimo valore commerciale... a seguito della sua elaborazione..... appaiono.... privati della loro povertà”
Legato contemporaneamente alle due culture, la italiana e la cinese, Gao Yang è alla continua ricerca di compromessi intellettuali e culturali, oltre che stilistici ed artistici, fra quelle che considera le sue due patrie. E' convinto di appartenere a tutte e due e a nessuna allo stesso tempo e il suo sperimentalismo ha origine proprio nell’esigenza di creare una sintesi fra la sua formazione artistica cinese e quegli elementi dell’arte italiana, come ad esempio l’arte povera, interiorizzati in Italia durante il suo soggiorno torinese.
La mostra italiana comprenderà anche alcuni inserimenti di opere risalenti alle fasi stilistiche precedenti, da cui poter vedere gli sviluppi di un artista legato alla doppia elaborazione della sua evoluzione personale e di una sintesi culturale profonda, entrambe compiute con instancabile energia creativa.
La mostra avrà inizio l’13 marzo 2010, e sarà patrocinata dall’Istituto Italiano di Cultura e da numerose istituzioni cinesi. Sponsor Beijing Jiapu Int.
Con la presente intendiamo sensibilizzare e coinvolgere anche le istituzioni italiane, per dare maggiore rilievo a questo evento che vede congiunti i due paesi, in una lunga tradizione di scambio culturale fra Italia e Cina.
Commenti 0
Inserisci commento