Mostre, Modena, 08 April 2010
Le opere recenti di Giovanni Liviero portano come denominatore comune l’immagine del “muro”. Da una serie di mattoni colorati affiorano le citazioni che danno al titolo alle varie opere. Fantasie legate alla musica, alla lirica o all’arte, o più semplicemente ai colori della primavera. Tra le opere di grandi dimensioni un omaggio alla “divina” Callas, come pure la citazione dell’artista Botero sono esempi di autentica pittura, legati talvolta alla tecnica abbinata del collage. I muri sono per Liviero, al di là delle citazioni, il pretesto per una superficie da dipingere e sulla quale dipingere, e da cui fare emergere una realtà che spinge l’immaginazione “al di là del muro” (Enzo Di Martino) La pittura di Nino Liviero è intrisa di istinto e ragione. I suoi muri sono mute testimonianze atemporali di divisioni sociali e politiche, simboli di stupidità umana ed inutile emarginazione. Ma secondo l’Artista il muro è anche un sipario da strappare, un mistero da svelare. Ecco, allora, apparire sui quei muri le tracce della fantasia e dell’intelligenza: mazzi di fiori, uno stralcio di manifesto che invita ad un concerto. L’Arte che si pone come un ariete capace di abbattere ogni barriera. Comunque sia i muri di Liviero non sono mai tristi e cupi. Un segno gioioso di speranza.
Cafè Livre Modena 08/04/2010---08/05/2010
Curatori: Stefano Suozzi , Gianluca Belli
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