Giuda (acronimo di Geographical Institute of Unconventional Drawing Arts) è una rivista che si nutre ugualmente di nostalgia, cartografia e immagini disegnate. La mappa non è il territorio: e il disegno non è il rappresentato. Come si incrociano il disegno e la rappresentazione geografica? Giuda indaga il tradimento delle immagini, l’ambiguo rapporto tra segno e percezione. Nel primo numero, che anche visivamente ricorda la produzione delle riviste d’avanguardia europee di primo novecento, tutto è disegnato, dal sommario alle finte pubblicità. Ogni storia è presentata dalla cartina del luogo in cui essa si colloca. I Paesi sono fumetti ancora tutti da raccontare. Al centro il progetto di figurazione del cimitero di Montparnasse. La mappa di uno dei storici cenotafi parigini è ricomposta dai ritratti dei suoi ospiti più noti disegnati e interpretati dagli autori che collaborano a questa rischiosa impresa. Una scorreria sul filo della memoria, della rivisitazione fantasmatica, del dejavu che attribuisce senso e segno al luogo privilegio della fine, oggi percorso con curiosità da turisti in vena di emozioni sepolcrali. Un ritorno al pericoloso Romanticismo? Per saperlo compratela. Si può fare in pochissimi luoghi di amici (sul sito ovviamente c’è la mappa) oppure online.
Sabato 13 febbraio il direttore artistico Gianluca Costantini, l'architetta di parole Elettra Stamboulis e il maestro cartografo Marco Lobietti dialogheranno sul progetto di Giuda, mostreranno alcune anteprime dei prossimi progetti e si interrogheranno sul vasto tema del rapporto tra mappa, territorio e fumetto.
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