PREMIO CELESTE 2012 IX EDIZIONE
Testi critici, Stati Uniti, New York City, 20 October 2012
di Antonella Colaninno

Anche quest’anno Premio Celeste decreta i vincitori per la sua nona edizione confermandosi come una realtà importante sulla scena italiana ed internazionale.
Sabato 20 e domenica 21ottobre si sono svolte a Roma la finale e la premiazione alla presenza del curatore, lo stilista Antonio Marras, e del comitato di selezione. Ho ricevuto con piacere l’invito di Steven sempre ospitale nell’estendere ad amici ed appassionati l’opportunità di conoscere gli artisti vincitori e di confrontarsi da vicino con alcuni aspetti della creatività contemporanea.
Come ogni anno, il premio decreta il vincitore per le categorie pittura, installazione, video e fotografia, a cui si aggiungono il premio del curatore e del pubblico.
Pur nella diversità di espressione, c’è un comune filo conduttore che unisce la sensibilità degli artisti e quest’anno penso si possa identificare nella tematica della solitudine e della precarietà delle relazioni affettive interpersonali.
Per la sezione pittura, Premio Celeste ha premiato Solo cane “O” di Fabio Presti, una metafora iconografica minimalista che gioca su un luogo comune per sottolineare la condizione di solitudine dell’individuo ed il senso di attesa per una nuova consapevolezza che investa sulle risorse umane.
What Father sees, England, Oct. 2011di Jacqueline Tune vince il premio per la sezione fotografia. Anche qui il senso della solitudine e dell’attesa sfiorano la dimensione della nostalgia e del quotidiano per evidenziare il desiderio di una comunicazione sensoriale. “Uno sguardo sulla mia famiglia: mio padre nella mia vecchia camera, a casa loro e una delle comunicazioni tipiche che abbiamo avuto ultimamente: […]” un’immagine che evoca il realismo e le atmosfere di solitudine degli interni dell’artista americano Edward Hopper.
Per l’installazione, la vittoria va a Limen di Isabella Sannipoli. Un lavoro che scandisce il tempo degli affetti passati e presenti, che delimita un improbabile confine tra ciò che muore e ciò che cresce. “Ho iniziato a fotografare mio fratello qualche mese dopo la morte di nostro padre, ed ho continuato per tre anni e mezzo, ogni tre mesi. Le immagini hanno registrato il suo passaggio dall'infanzia alla giovinezza, il suo diventare uomo, anche attraverso un evento così drammatico. Le foto sono poi state stampate su dei vecchi quaderni di nostro padre, memoria e segno vivente di una presente assenza, assente presenza.”
La città di Bari diventa protagonista nel video dell’artista milanese Fabrizio Bellomo dal titolo 32 dicembre che ritrae alcuni ambulanti della città che non sanno di essere ripresi in video ma pensano di essere soltanto fotografati. Emerge l’immagine di una dimensione surreale che si sovrappone alla città metropolitana tra il caos del traffico e il grigiore delle periferie. Uno sguardo su una visione urbana che non tralascia considerazioni sullo stato sociale e su come la creatività possa essere strumento di indagine e di riflessione.
L'installazione Fine a se stesso di Afterall sul tema della comunicazione e dei codici visivo-linguistici vince il premio del Curatore 2012, mentre il premio del Pubblico 2012 spetta a Mayen prophecy 2012 di Agency for disasters che affronta il problema del condizionamento e del controllo delle masse esercitato dai mass media, dalle ideologie ma anche dalle proprie sovrastrutture culturali.

Pubblicato da Antonella Colaninno

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