L’evento, promosso dall’Associazione Toscana Cultura in collaborazione con FuoriLuogo – Servizi per l’Arte e C.R.A. (Centro Raccolta Arte), offre uno spaccato sui cinquant’anni di attività artistica di Silvestro Pistolesi attraverso una selezione di oltre settanta opere, tra dipinti ad olio, tecniche miste e disegni.
Si va dai paesaggi realizzati en plein air, in cui la materia pittorica restituisce la varietà degli effetti atmosferici e cromatici degli scorci collinari e degli orizzonti marini, ai quadri di natura derivati da una rielaborazione in studio del soggetto paesaggistico che si arricchisce di sfumature irreali ed effetti luministici di grande suggestione.
Il percorso espositivo prosegue con una selezione di dipinti che trasformano il paesaggio naturale nello scenario di un racconto che ha per protagonisti eremiti, mendicanti, maghi e altre figure d’ispirazione fantastica. Sono mondi governati dalla logica del sogno, in cui tutto è luminoso e oscuro, reale e inverosimile al contempo. Un’ambiguità di forma e contenuto che trasforma questi frammenti di realtà in “visioni”, come l’artista stesso ama definirle, e quindi spazi incantati, regni dell’illusione e della fantasia che fanno entrare l’osservatore in una dimensione fitta di mistero ed inquietudine. Scienza e magia convivono in questi luoghi senza tempo, che dilatano i confini del già noto per lasciare spazio ad un linguaggio che si fa simbolico e allusivo pur rimanendo nei canoni della pittura naturalistica.
L’ultima sezione della mostra è dedicata agli studi di figura - disegni e bozzetti - che esemplificano l’esperienza maturata da Silvestro Pistolesi durante i dieci anni di formazione al seguito di Pietro Annigoni. Dai nudi femminili, raffigurati dal vero con freschezza di tratto e sapiente modellato chiaroscurale, si passa ai ritratti concepiti come esercizio di stile e occasione per approfondire la conoscenza della figura umana. Sono opere che segnalano l’importanza del disegno nella ricerca artistica di Pistolesi, il quale, pur confrontandosi con diverse tecniche pittoriche, ha sempre fatto della pratica disegnativa il punto di partenza di ogni sua creazione. La naturalezza delle pose e la vivacità degli sguardi confermano, infatti, la volontà di fare del disegno uno strumento per “catturare” la scintilla della vita e trasferirla sul foglio in un’immagine che si sottrae alla staticità della rappresentazione artistica.
Il percorso espositivo termina con un collage di fotografie che documentano le grandi imprese decorative - affreschi e dipinti su tavola - realizzate dall’artista fiorentino per la Chiesa della Trasfigurazione di Cape Cod, vicino Boston, per l’Abbazia di Vallombrosa, il Santuario della Verna, l’Abbazia di Montecassino e di recente per il Centro di Riabilitazione Don Carlo Gnocchi di Firenze.
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