USA. Alaska 2/3. Confini e oltre
Workshops , Stati Uniti, Anchorage, 22 August 2010
Il desiderio di catturare la realtà con l’occhio, la più perfetta macchina fotografica esistente in natura, in realtà sfocia in una frustrante presa di coscienza che ogni attimo è un momento di luce mortale ed unico, sì ripetibile ma comunque unico.
Fermare l’orizzonte e trasformarlo matematicamente e tecnicamente in una serie di pixel o in un’alchimia di acidi per i puristi della tradizione fotografica, è motivo di continua tensione nel possedere quella struggente bellezza intrinseca nel paesaggio alaskano.
I confini sono sempre pronti a provocare nuove sfide interiori e tracciarne, o meglio, immortalarne le forme, con il continuo desiderio di confermare a se stessi il desiderio di raggiungerli. Ma appena li hai raggiunti sfuggono e ne ricompaiono altri: è il dramma del viaggio che in Alaska è certamente più palpabile (e la letteratura su questi luoghi ne dà prova).
Gli orizzonti di Alexander Supertramp (Into the wild) o di Timothy Treadwell (Grizzly Man) illudono con dolcezza e silenzio ad una sconfinata libertà ed inducono fortemente ad un desiderio di riconquista delle ormai perdute armonia e regole della natura.

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