Le sculture fantastiche, realizzate in legno, pietre e ferro, frutto dell’assemblaggio di oggetti abbandonati e ritrovati dall’artista sulle rive del lago di Como, insieme agli onirici collages, raccontano la ricca e poliedrica personalità del maestro che ha donato a Seregno circa 3000 opere, tra cui più di 600 di propria realizzazione.
Grazie ad un’attenta ricerca e alla sensazionale riscoperta di diverse opere del surrealista brianzolo, che tra la fine degli anni ’30 cammina parallelamente alla rivoluzione surrealista parigina, in un epoca in cui l’espressione fantastica in Italia è pressoché soffocata da astrattismo, metafisica e neorealismo, verranno rievocati nell’esposizione primaverile gli albori e le evoluzioni degli “assemblage”, dei “robe trouvé”, degli “objet réve” e dei collages che hanno visto in Crippa, indiscutibilmente, uno dei primi propositori del linguaggio surrealista all’interno del panorama culturale italiano.
L’allestimento indaga in una sequenza temporale, attraverso documenti, foto, collages e policrome sculture polimateriche, l’evoluzione del linguaggio artistico di Luca Crippa, sottolineandone, con un accento particolare, il fascino fantasioso traspirante dai materiali che, dimenticati o scartati dal mondo, hanno ridato forma a se stessi, rinascendo come entità materiche tangibili e sogni fluttuanti.
Per la prima volta verranno esposte – in una visione antologica e monografica - le opere della produzione giovanile degli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, gli assemblaggi polimaterici della fine anni ’70 - inizio’80, gli ultimi collage dei primi anni ’90.
L’intento della iniziativa è quello di ritracciare compiutamente origini, evoluzioni ed esiti di una parte del percorso artistico del maestro (1922-2002), a conferma di quelle meditazioni e ricerche appassionate tra le frontiere e le trame dell’immaginario che lo han visto protagonista sublime, soprattutto, nella produzione grafica.
Luca Crippa
Nato a Seregno nel 1922, frequentò l'Istituto Superiore d'Arte presso la Villa Reale di Monza, alla scuola di Ugo Zovetti.
Agli anni ‘38-’40 si datano i primi collages fotografici e le opere polimateriche.
Nel 1944 ha allestito la sua prima personale alla galleria Borromini di Como.
Nel 1946 è entrato nello studio dell'architetto Giò Ponti a Milano e vi lavorò per tre anni. Nel 1948 partecipò alla Triennale milanese. Ha eseguito decorazioni su tela, legno e vetro per le sale dei transatlantici: Conte Biancamano, Conte Grande, Andrea Costa e Michelangelo, e bozzetti di scenografie e costumi per i maggiori teatri italiani e stranieri: prosa, lirica, rivista e per la televisione (circa 300).
Ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1964, alla Quadriennale di Roma del 1965, alla Biennale del Mediterraneo di Alessandria d'Egitto, alla Biennale Europea di Moulhouse e quelle di San Paolo del Brasile, Milano, Lugano, Morgans-Point, Biella, Riva del Garda.
Alla XXXIV Biennale Internazionale di Venezia gli è stato assegnato il premio americano David Bright per il disegno e Arturo Schwarz lo invitò in occasione della mostra dei 50 anni “Dada in Italia 1916-1966”, al PAC di Milano.
Nel 1970 ha esposto alla Galleria del Milione i suoi collages e gli oggetti surrealisti degli anni ’40. Allestì, inoltre, mostre antologiche a Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1982 e alla Galleria Montrasio di Monza nel 1995. Le sue opere si trovano in importanti musei e collezioni private fra cui il Museo d'Arte Moderna di New York, l’Art Institute di Chicago e quello di Boston, la Staatgalerie di Stoccarda, il Gabinet des Estampes della Bibliothèque Nazionale di Parigi.
Sperimentò diverse tecniche: dal disegno all'acquerello, dall'affresco al mosaico, alla ceramica, nonché tutte le tecniche incisorie.
Dal 1971 al 1993 fu docente di Decorazione Pittorica all'Accademia di Brera a Milano.
E’ scomparso il 29 giugno 2002.
Seregno (Monza e Brianza), Galleria Civica "Ezio Mariani"
25 marzo - 17 aprile 2006
Catalogo Silvana Editoriale
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