di San Gimignano, costituiscono un seducente incontro e commistione dell’Arte tutta, dove
passato e presente si annullano, lasciando emergere solo le costanti del genio creativo. Peculiarità di
queste opere sono la loro grazia e armonia, la perfetta definizione dei corpi che anziché essere realizzati
in bronzo, marmo o legno policromo, sono composte di materiale di scarto. “I due giovani artisti lavorano
sul concetto di abbandono e fanno rivivere nelle opere d’arte oggetti e materiali riciclati attraverso un
lavoro certosino di recupero e catalogazione per oggetti, funzioni, forma, colori, materiali. Così nascono
queste opere che, ad un primo sguardo, possono sembrare geniali e fantasiose sculture dai colori accesi,
ingegnosi e gioiosi giocattoli per adulti. Realizzate con i codici espressivi della nostra epoca, sono
esse stesse testimonianza e denuncia, nella quale si rispecchia la nostra civiltà consumistica. Un’ulteriore
riflessione suggerita dagli artisti riguarda la contaminazione della nostra società da parte della tecnologia:
i video giochi, i computer, i telefonini ci appartengo e il progresso della bio-ingegneria ha prodotto
scoperte che correggono il funzionamento di organi o sostituiscono parti del corpo umano con trapianti
ed innesti di chip, pace-maker, valvole e arti artificiali. L’essere umano si appropria degli oggetti che egli
stesso crea, se ne alimenta e si auto-sostituisce; nell’immaginario suggerito dalle opere di Tironi e Yoshida
l’uomo bionico non è fantascienza, fa già parte del nostro futuro molto prossimo e, tutto questo, modificherà
tanto la percezione dell’uomo, quanto la sua natura ed i suoi sentimenti.”
Tratto da “Realtà oggettiVA”, Isabella Del Guerra, Settembre 2010
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