Le recenti storie drammatiche di conflitti bellici, di pandemia, di cambiamenti climatici ci catapultano in un disordine universale, in un disorientamento tumultuoso, in una confusione senza uguali. Riflettere su questi temi significa affrontare i “mutamenti” in atto. La “forma” emotiva e autobiografica del tragitto artistico che Massimo Nardi propone in questa sua mostra, ci traghetta in un percorso eclettico che abbraccia nella linea del tempo il suo “sentire” che è anche il nostro sentire di fronte al Caos del momento contemporaneo a livello planetario. Il suo mondo ci avvolge ed abbraccia con le sue forme surreali e di meccanicistici ingranaggi: il cerchio dialoga con il quadrato, il pesce con il dolore, i cuori in mutamento avvolti dentro un manto ruggine, il tondo-sfera come una firma, costante presenza cosmica, armonia che ci rassicura e consola accompagnandoci nelle “amarezze” del mondo. La sfera come la Donna è una presenza enigmatica che ci svela il mistero della vita. Un mondo dove la Natura, non più consolatrice, si rivolta contro l’egoismo e l’egocentrismo dell’Uomo e malgrado tutto ci ricorda la sua Bellezza. Massimo Nardi condivide generosamente le sue emozioni che rispecchiano le nostre. Forse in questo incontro con l’altro c’è la possibilità di sentirsi umani nel Caos. Siamo farfalle che sbattono le ali dentro la campana di vetro della nostra esistenza nel tentativo invano di uscire dal sequestro emotivo delle nostre sofferenze. Suggestioni da “Caos Planetario”
di Laura Agostini
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